Essere Animali, associazione no profit che si batte per i diritti degli animali, ha recentemente svolto un’indagine rivelando maltrattamenti e violenze negli allevamenti Grana Padano
La sofferenza dei vitelli permessa dalla legge
Attraverso un’investigazione sotto copertura, i reporter dell’associazione Essere Animali hanno attestato violenze e abusi in un allevamento gestito dal Consorzio di Tutela del Grana Padano, il formaggio più consumato al mondo.
I video raccolti mostrano alcune pratiche crudeli, che sono tuttavia permesse dalla legge.
Secondo quanto documentato, alla nascita dei vitelli, gli allevatori li strappano alle madri mettendoli in alcune carriole, spesso senza nessuna cura.
L’obiettivo di questa pratica sarebbe facilitare la mungitura delle mucche, di modo che tutto il latte ricavato sia dedicato al mercato invece che ai vitelli.
In seguito, i piccoli vengono chiusi in gabbie talmente piccole da impedirgli di muoversi, spesso persino in coppia.
Qui, i vitelli vivono in condizioni igieniche critiche per cui spesso si ammalano e necessitano antibiotici. Il loro nutrimento consiste inoltre in una miscela di latte in polvere e acqua, la quale non garantisce i valori nutritivi del latte materno.
Alcune ricerche dimostrano che gli animali sottoposti a queste atrocità subiscono danni comportamentali e di sviluppo, cosa che invece non accade negli allevamenti all’aperto.
Nonostante ciò, la legge, ad oggi, permette questi maltrattamenti.
Abusi e violenze negli allevamenti Grana Padano
Le crudeltà documentate negli allevamenti del Consorzio, tuttavia, vanno ben oltre ciò che è permesso.
Uno dei video diffusi da Essere Animali mostra, ad esempio, un operatore che si rivolge a un vitello maschio chiamandolo “maschio di m***a“.
Questo perché negli allevamenti i piccoli maschi sono considerati degli scarti, in quanto non possono essere reintegrati nella produzione.
In un’altra occasione si vede invece un operatore colpire un vitello con calci e schiaffi e mettere a loro disposizione solo alcuni secchi di cibo, impedendogli così una corretta alimentazione.
Ancora, in una sequenza di immagini un operatore dichiara di effettuare una pratica illegale, ossia quella di bruciare la cornea dei vitelli a 2-3 mesi di vita
In merito a questa indagine sono intervenuti alcuni esperti tra cui la veterinaria olandese Anja Dijkstra, che ha dichiarato:
Tutti i fattori documentati in questa indagine sono fonte di stress per gli animali e abbassano le loro difese immunitarie. Questo aumenta il rischio di contrarre malattie e compromette il benessere degli animali, con nessuna possibilità di avere un’esperienza positiva o condurre una vita che valga la pena vivere
La denuncia e la reazione del Consorzio
Una volta documentate le violenze negli allevamenti Grana Padano, Essere Animali ha immediatamente sporto denuncia alle autorità competenti, scontrandosi però con una denuncia del Consorzio.
Le accuse sporte verso l’associazione sono: diffamazione aggravata, sostituzione di persona, interferenza nella vita privata e ricettazione.
Inoltre, Grana Padano si è rivolto al Tribunale di Brescia intentando una causa civile e richiedendo la rimozione dal web dei video raccolti dai reporter e la non divulgazione dell’inchiesta.
Al momento i video non sono quindi visibili, ma gli avvocati di Essere Animali stanno lavorando per revocare l’ordine di rimozione delle riprese.
L’associazione non è l’unica ad attivarsi per il rispetto degli animali d’allevamento.
La Commissione Europa sta infatti lavorando all’iniziativa Farm to Fork, con l’obiettivo di rendere il sistema alimentare più equo e sostenibile.
Essere Animali ha inoltre posto alcune richieste alla Commissione, tra cui quella di svolgere una revisione della legislazione in modo da vietare maltrattamenti nei confronti dei vitelli.