Non c’è pace per le vie di Napoli coinvolte nella faida che da settimane terrorizza le zone della città maggiormente a rischio nelle quali si combatte per lo spaccio di stupefacenti.
Si torna dunque a sparare nelle strade di Napoli. Dopo l’agguato di una settimana fa che ha visto coinvolti tre pregiudicati, due dei quali rimasti uccisi, la faida continua.
A farne le spese questa volta due persone incensurate, un giovane di 19 anni, rimasto colpito al petto e ricoverato in prognosi riservata e una donna di 25 anni, colpita ad una gamba, che ha riportato una lieve ferita.
La dinamica della sparatoria lascia pensare ad una pratica definita nell’ambiente della criminalità di Napoli, “stesa”, ovvero l’atto di sparare proiettili su bersagli occasionali nelle zone di influenza dei clan rivali. Una specie di avvertimento per mostrare ai nemici che si può arrivare al cuore del loro nucleo operativo in qualsiasi momento e che nessun posto è davvero al sicuro da questa faida.
Nessun posto e nessuna persona, soprattutto gente comune, che non c’entra niente con questa guerra civile che si combatte da diverso tempo per il controllo delle principali piazze di spaccio all’interno della città di Napoli. Cambiamenti al vertice e nuovi equilibri che mettono in pericolo la quotidianità degli abitanti dei quartieri coinvolti in questa faida che non hanno scelto di vivere.
Il ragazzo colpito è riuscito a raccontare qualche dettaglio dell’accaduto agli inquirenti prima di essere trasportato d’urgenza in ospedale a Napoli per procedere all’estrazione del proiettile, avvenuta con successo. Il giovane ha spiegato che era fermo sul suo motorino davanti ad un bar-caffetteria, locale che inizialmente è stato al centro dell’indagine degli inquirenti. Il bar, però, era chiuso al momento della sparatoria e dei tre bossoli calibro 9×21 ritrovati dagli agenti della Polizia nessuno aveva colpito la serranda del locale.La donna era invece affacciata al balcone quando è stata raggiunta dal colpo che le ha ferito la gamba.
Una vera e propria politica del terrore che non guarda in faccia a nessuno e che rischia di coinvolgere sempre più persone, aumentando esponenzialmente il bilancio delle vittime, soprattutto di quelle innocenti.