L’atleta ventiduenne sconosciuto nel circuito internazionale fino a poco meno di un anno fa, si aggiudica la 200ª medaglia italiana di sempre ai giochi olimpici moderni
Giovanotto determinato e “spaccone”, il judoka è stato il primo atleta a mordere una medaglia in questi giochi a 5 cerchi, tra l’altro la medaglia più dolce quella d’oro. Una roccia fisicamente e mentalmente, Fabio ai microfoni delle emittenti televisive esprime lo scetticismo che avvolgeva la sua partecipazione a questo evento planetario, non nascondendo che alcune mattine andarsi ad allenare sul Tatami era parecchio snervante e difficile visto che gli occhi erano puntati su di lui.
La spedizione azzurra per ogni atleta di qualsiasi disciplina è “quel treno che passa una volta soltanto nella vita”, Fabio non si è perso nelle parole e sulla cresta dell’entusiasmo ha lavorato duramente per mesi sacrificando tempo che prima dedicava alla famiglia, agli amici e alla fidanzata che lo segue in ogni dove quando gareggia.
Basile, nato il 7 ottobre 1994 a Rivoli, ora vive a Settimo Torinese dove si allena quotidianamente all’ Akijama che tradizionalmente è una delle palestre che accoglie i miglior talenti italiani del Judo; 172 cm per 66 kg di muscoli abbinati ad una grinta eccezionale gli anno permesso sin da ragazzino di conquistare un oro, un argento e 2 bronzi in competizioni europee e mondiali, successivamente ha conseguito due terzi posti, uno ai giochi del mediterraneo del 2013 ed uno negli scorsi europei.
Il judo non figura negli sport più praticati al mondo, un po’ per la poca pubblicizzazione ed un po’ per la durezza e la dedizione che questa disciplina richiede, è uno sport strategico dove occorre saper muoversi per non creare situazioni favorevoli all’avversario, di fatto l’elasticità mentale che occorre non è sempre e solo una cosa che si apprende con l’allenamento ma un’attitudine naturale che va costantemente migliorata e “sgrezzata”.
Corre voce che sia un palese segno del destino la vittoria olimpica di Fabio, un crocevia che fa ben sperare nel futuro e toglie dalla bocca di alcune nazioni a noi vicine la frase : “avete solo il calcio in Italia”.