“Questo non è normale”: un saggio culturale, una testimonianza storica, ma anche dichiarazione di intenti, manifesto di protesta e guida per un’educazione fondata sull’uguaglianza dei diritti per donne e uomini.
Uguaglianza, scritta a chiare lettere sulla nostra Costituzione ma che immancabilmente si presenta distonica nell’esperienza quotidiana. Una fotografia emozionante di protagonisti e spettatori di uno dei movimenti socio-culturali più potenti, sovversivi e rivoluzionari dell’ultimo secolo.
Presidentessa della Camera dei deputati dal 2013 al 2018, con “Questo non è normale“ Laura Boldrini ci regala uno sguardo critico sull’emancipazione femminile in Italia e nel resto del mondo, portando un bagaglio di esperienze di estremo valore.
Attraverso il decalogo di comportamenti disfunzionali e violenti, la deputata Boldrini scandisce un pensiero fortemente critico e volto a risollevare un orgoglio femminile che non può più tirarsi indietro.
Una raccolta di proverbi rivolti alle donne, forte e incessante come un temporale estivo, tuona sprezzante e ci catapulta in una realtà che troppo spesso siamo abituati a nascondere sotto il tappeto.
A partire dal concetto di patriarcato Laura Boldrini ci guida in un percorso di introspezione e ci spinge a ripensare alle parole dette, ai gesti compiuti, ai silenzi assordanti e alle denunce ritirate. Si fa testimone di una società che ancora legittima che una donna sia inferiore ad un uomo, nel suo valore, nelle sue decisioni, nei suoi diritti; che sia ella stessa una proprietà dell’uomo.
Donne, che invece sono numericamente la maggioranza della popolazione, che hanno sostenuto il peso di un Paese in guerra senza che venisse loro riconosciuto nessun merito. Donne che mediamente svolgono 5 ore in più di lavoro non retribuito per mantenere una casa, una famiglia. Donne sempre un passo indietro per non offuscare la luce di mariti illustri, donne forti, intelligenti, scopritrici di invenzioni straordinarie, offuscate dai nomi dei propri docenti, dei propri mariti.
Uno spaccato di testimonianze dall’Italia e dal Mondo, queste sono pagine che rivendicano le Donne. Libere di essere. Libere delle proprie decisioni in ogni contesto, fuori dalla patria potestà di padri, mariti, datori di lavoro. Libere dallo stigma culturale per il quale la professionalità di una donna non è riconosciuta nel suo stipendio e nemmeno nel suo nome, sentinella di un sessismo intrinseco nella lingua italiana. Perché la comunicazione verbale sta alla base della crescita di ogni cultura,
“Perché una cosa ha senso solo se viene nominata. Se non la si nomina, semplicemente non esiste “.
Donne che chiedono che la voce degli uomini si levi alta, non per fomentare violenza ma per stare al loro fianco in questa battaglia che non può fare passi indietro, nonostante l’emergere di nuove forze politiche di estrema destra nell’est Europa, nonostante il naufragare del DDL Zan in Italia.
Nel mese della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, questo libro non denuncia solo il comportamento violento ma anche e soprattutto quello omertoso, di chi potrebbe intervenire e non lo fa, di quelle istituzioni che pur riconoscendo la legge, non agiscono affinché sia valida per tutti ma solo per alcuni.
Il lettore ha l’opportunità di comprendere davvero questa volta, che tutto “Questo non è normale” e che non può e non deve più essere legittimato, nemmeno dalle donne. Mai più.