Quattro scappati di casa che urlano slogan che non capiscono o minaccia seria alla libertà e alla democrazia del nostro Paese? Ecco una guida per capirne di più e, se siete interessati, per diventare fascisti nel 2021.
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi, poi ritornano”: un po’ come avviene per il fascismo in Italia, in un paragone che non esitiamo a definire azzardato. Se fino alla settimana scorsa, con l’attacco alla CGIL e l’inasprirsi delle manifestazioni No Vax e No Green pass, sembrava che il fascismo fosse la piaga da combattere prioritariamente per la sopravvivenza del nostro Paese, oggi la battaglia antifascista dei nostri media e dei nostri legislatori sembra già essersi intiepidita.
Al lupo, al lupo!
Succede sempre così, a dire il vero, con i partiti, le manifestazioni e le polemiche sul fascismo: accade qualcosa che scuote un po’ le coscienze e ci fa salire sulle barricate ideologiche della democrazia e poi, mestamente, rientriamo nei ranghi, senza che nulla sia cambiato. Si spegne la polemica e si smette di parlare di scioglimento di partiti e di legge Scelba. Almeno fino alla prossima volta, quando di nuovo qualcuno strepiterà il suo slogan nostalgico in tv e noi, antifascisti a tempo determinato, inseguiremo la polemica per qualche giorno.
Non una novità
La questione su cui ci si interroga, però, è molto più profonda e nasce ben prima rispetto alle infiltrazioni di Forza Nuova e Casa Pound nei cortei contro il governo e anti Green pass. Da sempre, in Italia, l’immaginario fascista suscita un’inspiegabile ammirazione e attrazione: è una facile leva di provocazione, che fa di slogan anacronistici un credo ben poco realizzabile nella società del 2021. Davvero, dunque, i fascisti nel 2021 sono semplicemente descrivibili come un’accozzaglia di scappati di casa che urlano dalle piazze ma che, quando corrono in politica, raggiungono consensi ridicoli?
O, al contrario, a forza di sventolare la bandiera della spavalderia e della sopraffazione, per quanto ci si possa improvvisare, alla fine si rischia davvero di ottenere qualcosa di più concreto, arrivando a minacciare la stabilità della democrazia?
Citofonare Almirante
Nemmeno sdoganare i fascisti in politica è una novita: negli anni Settanta il Movimento Sociale Italiano, ad esempio, strizzava l’occhio e non solo a Ordine Nuovo e alla successiva formazione clandestina di Ordine Nero, formazioni in cui hanno militato i responsabili delle più gravi stragi neofasciste degli anni di piombo. Salvini e Meloni, dunque, non vincono nemmeno in questo il premio dell’originalità politica, così come non lo aveva guadagnato nemmeno Giorgio Almirante.
Fascisti su Marte
La cosa incredibile, poi, è il passaggio logico che lega oggi chi protesta contro l’ormai celebre dittatura sanitaria e chi invece, per slogan o altro, in quel quel nostalgico desiderio di autoritarismo nero ci sguazza da sempre. Fascisti che protestano per la libertà: ve lo sareste mai immaginato? Coloro che di solito invocano a gran voce la presenza di più forze dell’ordine, di pene più rigide e di armi a disposizione di tutti oggi si trovano in piazza a gridare “Libertà! Libertà!”, protestando contro le regole che una volta acclamavano con vigore.
Se è possibile che qualcuno poi ripeschi vostre fotografie in posizioni discutibili, mentre vi siete fatti immortalare a Predappio a braccio teso, ad esempio, è bene che vi prepariate a definire il gesto “una goliardia”. I fascisti di oggi, infatti, sono incredibilmente poco orgogliosi di sentirsi definire fascisti: chissà perché? Esattamente come stanno facendo ora i responsabili dell’attacco alla CGIL, tra minimizzazioni e assurde rampicate sugli specchi. Loro non volevano attaccare, dicono, erano entrati solo per curiosità. Ma perché, se si è orgogliosamente fascisti, non dire “Noi crediamo nell’assalto alla diligenza”? e via dicendo? Perché, per essere fascisti nel 2021, forse serve anche un po’ di vigliaccheria.
Il fascismo travestito
È dunque un mondo al contrario? No, è semplicemente camaleontico. Travestirsi da no green pass, no vax o no qualsiasi altra cosa è un modo come un altro per scendere in piazza e portare avanti la violenza che tanto sbandierate. Insomma: se volete essere fascisti oggi, ve ne deve fregare poco o nulla di ciò che vi richiama in piazza o nella sede di un sindacato. Basta che scendiate, armati, pronti a sferrare pugni a destra e sinistra, gridando uno slogan che non importa se non capite bene: qualcun altro lo griderà più forte accanto a voi.
E se non siete fascisti, estremisti o violenti? In piazza ci potete andare lo stesso a protestare. È importante però selezionare bene le forze a cui decidete di appoggiarvi per la vostra battaglia pacifica: può darsi che, in un futuro lontano, quegli stessi manifestanti con cui oggi gridate “Libertà” vengano a togliervela, pezzetto dopo pezzetto.
Elisa Ghidini