Il brutale assassinio di Vincent Chin nel giugno del 1982 ha dato vita a numerose iniziative degli attivisti asiatici contro il razzismo
Se immaginiamo episodi di razzismo in America, in genere, ci vengono in mente tutti i casi in cui vengono coinvolti persone di colore.
In realtà, negli ultimi tempi, un’ondata di abusi di vario tipo si sono registrati in diverse città americane, dall’inizio della pandemia, contro gli orientali che sono ritenuti essere responsabili della diffusione del coronavirus.
Dalle molestie verbali fino a episodi di vera aggressione fisica, crimini d’odio che nel 2020 a New York ha visto un aumento di nove volte rispetto all’anno precedente.
L’ assassinio di Vincent Chin
Vincent Chin è famoso nella comunità asiatica americana; il suo nome è riemerso di recente a proprio grazie all’impennata del razzismo anti-asiatico. Il suo è stato il primo processo federale per i diritti civili di un americano asiatico. La notte del 19 giugno 1982, la notte del suo addio al celibato, Vincent Chin fu picchiato a morte con una mazza da baseball da due operai bianchi di Detroit che si trovavano nello stesso locale. Ronald Ebens e il suo figliastro, Michael Nitz, un lavoratore automobilistico recentemente licenziato, durante la serata,hanno iniziato ad insultare Vincent Chin per la sua razza. Quest’ultimo, a differenza di quanto ci si aspetterebbe, non glissò, ma la rissa sembrò smorzarsi presto, anche grazie all’intervento degli amici di Chin. Una volta usciti dal locale, però, egli fu inseguito per chilometri per poi essere brutalmente assassinato.
Il sentimento anti-giapponese in America
Questo episodio è accaduto durante il culmine del sentimento anti-giapponese. L’industria automobilistica americana all’epoca stava infatti vacillando, a causa della crescente concorrenza delle auto di importazione giapponesi e dei licenziamenti di massa che si verificavano in tutto il paese.
La clemenza dei giudici
Nel 1984, Ronald Ebens e Michael Nitz furono incriminati e condannati a 25 anni. Nel processo che seguì l’incriminazione, Nitz fu scagionato da tutte le accuse. Ebers (che impugnava la mazza da baseball) è stato condannato per violazione dei diritti civili di e condannato a 25 anni. Ma in seguito alla presunta corruzione di testimoni, Ebens fu assolto in un secondo processo tenutosi nel 1987, in cui la sua condanna di colpevolezza fu annullata. Alla fine sarebbe stato dichiarato non colpevole e non ha mai trascorso un giorno in prigione.
La nascita dell’attivismo
Questa condanna clemente ha fatto arrabbiare non solo la famiglia di Vincent Chin, ma l’intera comunità asiatico-americana. Guidati dall’attivista Helen Zia, diversi avvocati e leader della comunità asiatici americani si sono uniti per creare American Citizens for Justice . Questa organizzazione di difesa di base si è unita ai gruppi diversi come chiese, sinagoghe, attivisti neri, per protestare contro l’indulgenza della condanna.
La Minoranza Modello
Gli asiatici americani hanno una lunga storia d’ingiustizia, proprio sul Territorio americano, dalla guerra del Vietnam in poi, ma sono stati spesso descritti dai media come la minoranza modello che li descrive come individui di successo e laboriosi che non causano problemi grazie alla loro capacità di superare l’apatia o l’odio contro se stessi. La minoranza modello nasce in gran parte dagli anni ’60 durante il movimento per i diritti civili, dove, mentre gli afroamericani riuscivano a sconvolgere la società americana, gli asiatici si comportavano in modo esattamente opposto e per questo spesso si ignora la loro storia vissuta di razzismo.
Il peso di un’antica cultura
Personalmente, ho sempre apprezzato quella palese peculiarità di profondo rispetto, misto a remissività, tipico dei popoli orientali. Mi sono sempre immaginata il peso della loro antica cultura su questa comune prerogativa. Allo stesso tempo, però, mi sono spesso chiesta se il proprio intimo sentire, quello più profondo, combaciasse con quell’atteggiamento esteriore.
Una morte che ha dato vita
Il caso di Vincent Chin ha avuto un effetto tangibile; non è solo un simbolo. Ha portato al primo processo federale per i diritti civili per un americano asiatico e ha cambiato la condanna per omicidio colposo nel Michigan.
A parte i cambiamenti legali tangibili che sono avvenuti nel sistema giudiziario, la sua morte ha dato vita ad una generazione di giovani asiatici che si sono impegnati come attivisti, come scrittori, come avvocati dediti alla politica, cercando di effettuare cambiamenti sociali. Nuove vite e nuovi modi di vivere sono sorte dalla sua morte. Ha dato finalmente una voce a quell’indole silente e remissiva, frutto di un’antica cultura.
Come spesso accade, una vita finita brutalmente ha fatto nascere nuovi insegnamenti e prese di coscienza che avranno eco nel tempo.
Veronica Sguera