Oggi, 29 settembre 2021, si celebra la seconda Giornata Internazionale della consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari.
Nel 2020, le Nazioni Unite hanno spinto affinché vi fosse una ricorrenza che abbia il compito di scuotere le coscienze dei cittadini. L’intento è quello di sensibilizzare tutti verso un problema che influisce notevolmente sul futuro del nostro Paese. Gli sprechi alimentari creano effetti negativi non soltanto dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista ambientale.
Ogni anno vengono sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo ancor prima che questo arrivi sulle nostre tavole. Ognuno di noi getta, all’anno, circa 25 chili di cibo. Sommato per ogni singolo cittadino della Terra si arriva ad una cifra vertiginosa.
Tutto questo ha un impatto negativo dal punto di vista ambientale. Aumenta l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera e il consumo di acqua è pari a 170 miliardi di metri cubi.
In occasione della Prima giornata internazionale tenutasi nel 2020, la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha fatto un appello ai cittadini chiedendo responsabilità per limitare il problema degli sprechi alimentari che, a sua volta, comporterebbe un impoverimento delle risorse alimentari.
L’indagine che fotografa la situazione del 2021 ci presenta dati sconfortanti. Gli sprechi non accennano a diminuire. Al contrario, la pandemia da COVID-19 non ha fatto altro che intensificare il problema.
Il Food Waste Index Report 2021 dell’UNEP (United Nations Environment Programme) ha condotto una analisi dalla quale emergono dati preoccupanti. Il cibo che non viene consumato produce tra l’8 e il 10% delle emissioni di gas serra su scala globale. Lo spreco parte dalla filiera alimentare, per continuare poi sulle nostre tavole. I dati esaminati rivelano che circa il 17% di quanto viene coltivato viene poi buttato. Questo vuol dire che circa 1,4 milioni di ettari di terreno coltivabile vengono impiegati per produrre cibo che non verrà consumato. Ciò causa uno sfruttamento intensivo del territorio che, a sua volta, porta ad una perdita di milioni di tonnellate di acqua, all’emissione di anidride carbonica e ad un successivo spreco di cibo.
Quanto costano i nostri sprechi all’ambiente? Troppo
Cosa si può fare nel concreto? Tanto
Fondamentale è la consapevolezza. Se non si ha consapevolezza di un problema non si può cercare di risolverlo.
Concretamente invece sarebbe opportuno distinguere tra i cibi che possono essere ancora consumati e i cibi che invece sono ormai andati a male. È proprio per questo motivo che sono nati dei progetti come Too Good To Go, Squiseat e Bella Dentro. L’obiettivo è quello di riciclare il cibo che può essere ancora consumato. Attraverso una prenotazione tramite queste app si sceglie il prodotto e si va in loco a ritirarlo. Un’altra accortezza è quella di fare una spesa responsabile piuttosto che accumulare prodotti.
Le iniziative degli chef
Per l’occasione a Milano tornano le chef-box preparate dai grandi chef Carlo Cracco, Claudio Sadler e molti altri. Le chef- box sono delle scatole contenenti un piatto con la ricetta e i dati effettivi sulle emissioni di anidride carbonica per ogni alimento che troviamo all’interno del menù.
Questa iniziativa serve proprio per lanciare un chiaro messaggio e per educare il comportamento dei cittadini.
Pre-COP 26 Milano
Il giorno dopo la Giornata Internazionale contro gli sprechi, si terrà a Milano la Pre-COP 26 dal 30 settembre al 2 ottobre. La Pre-COP 26 è un meeting che riunisce i vari ministri del clima dei vari Paesi. Si tratta di un incontro preparatorio che precede la COP 26 e si tiene circa un mese prima.
La COP è la Conferenza delle Parti. Si tiene ogni anno e vede riunirsi tutti i grandi della Terra per discutere l’annoso tema del cambiamento climatico. Quest’anno la COP 26 si terrà a Glasgow, nel Regno Unito, a novembre.
Greta Thunberg, in occasione del Youth4Climate è arrivata a Milano e, alla presenza di oltre 400 giovani delegati, ha attaccato duramente i politici, i potenti, coloro che dovrebbero mantenere la parola data, gli accordi presi e che invece continuano a prenderci in giro.
Non hanno mantenuto alcuna promessa, non hanno avviato nessun cambiamento.
Si mette ancora tempo quando, in realtà, tempo non c’è.