Rio 2016: una cerimonia inedita all’insegna della tolleranza e dell’ecosostenibilità
Un milione di riflessi argentati hanno aperto la cerimonia più attesa dell’anno per dare il via alla 31° Olimpiade di Rio de Janeiro.
Un’Olimpiade che doveva essere un trionfo brasiliano di colore e musica e che invece ha subito un grave ridimensionamento a causa dell’imponente crisi economia in cui il Paese si trova.
A rincarare la dose dolceamara che –a mio parere ha pervaso l’intera serata
-, lo scandalo che ha visto protagonista Dilma Rousseff, ex premier indagata per corruzione, la quale si è dichiarata dispiaciuttissima di non poter assistere alla cerimonia di apertura.
Se a questo si aggiunge Pelè che non ha potuto essere l’ultimo tedoforo, una cerimonia di gioia e fraternità mondiale avrebbe potuto unicamente rappresentare il rammarico per ciò che è stato e che invece poteva essere.
Ma ho avuto la fortuna di visitare il Brasile qualche anno fa e guardando i suoi colori e la sua storia in tv, celebrati dal genio creativo di Marco Balich, non ho potuto non ricordare la sensazione di semplicità che una terra come questa riesce a trasmettere, nonostante le poche o mal sfruttate o corrotte o complicate risorse di cui il Brasile dispone. Il colore del Brasile è rimasto per anni nei miei occhi e la sua musica mi ha accompagnata per un’infinità di tempo parlandomi di bellezza ed essenzialità. Perfezione naturale, incontaminata, primordiale.
La bellezza dell’Inno nazionale cantato in acustico, la sontuosa e semplice maestà di Gisele Bunchen che attraversa lo stadio come una divinità, i racconti della storia del brasile, nata dall’Oceano e attraversata dai conquistadores spagnoli, dalla tratta degli schiavi e dal drammatico problema della deforestazione, sono solo alcuni dei momenti salienti di questa notte olimpionica.
Una notte atipica che ha poco a che fare con la ricchezza scenografica di Londra ma che lancia un messaggio intenso, parlando con dolcezza, musica, samba e bossanova alle coscienze degli spettatori.
In questa notte, un ragazzo vestito di bianco protegge e conserva il germoglio di un albero: Rio ci ricorda di amare il posto in cui viviamo e di rispettarlo, di essere ecologisti, di rendere queste occasioni non solo un motivo di celebrazione sportiva, ma anche monito per il surriscaldamento globale, lo scioglimento della calotta polare, l’innalzamento del livello del mare.
Mai show televisivo potrebbe essere più imponente di quello della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi.
Ma questa volta, ciò che parla con voce diversa dallo spettacolo, è il concetto alla base dell’intera manifestazione: rispettate gli altri, amate le diversità, siate intelligenti e proteggete le risorse di cui disponiamo come bene supremo e appartenente all’intera umanità.
Tutto questo si può fare anche a budget ridotto.
E anzi, così semplice, il messaggio arriva ancora più forte e chiaro.