È con le Olimpiadi di Tokyo 2020 che si riapre il dibattito sullo “Ius soli” in Italia. E ad aprire la scia in politica è Enrico Letta, segretario del PD. Negli ultimi giorni si è infatti creata della tensione dopo che ha espresso le sue intenzioni alla Versiliana:
A settembre subito si apra un tavolo in Parlamento per fare una nuova legge sulla cittadinanza. Rifiuto il ragionamento di chi dice “Si lasci perdere questo e si pensi agli sbarchi”.
Con evidente tono polemico nei confronti di quella destra ottusamente conservatrice che difende l’anacronistico “Ius sanguinis”. E che non perde occasione di ribadire le sue simpatie razziste, manipolando fatti e migrazioni, e simpatie neofasciste. Non è un caso che Lega e Fratelli d’Italia si ritrovano avversi al progresso sociale, arenati nel loro retaggio cavernicolo.
Retaggio riscontrabile anche in campo culturale, dal momento che Giorgia Meloni si dimostra nuovamente ignorante nel dichiarare che
Per Fratelli d’Italia non esiste alcun margine di trattativa su questa proposta insensata e puramente ideologica, che nulla ha a che fare con i reali problemi dell’Italia e degli italiani. Torneranno mai in contatto con la realtà?
Ignorante per due motivi. Il primo è perché, usando le parole di Letta a Siena, lo Ius soli
Riguarda centinaia di migliaia di ragazzi che sono italiani a tutti gli effetti, ed è veramente un delitto per il nostro paese non dargli la cittadinanza.
Pertanto, non avrebbe, in tal senso, un peso rilevante all’interno dei problemi degli italiani e dell’Italia? O, forse, si dovrà dire che nella “realtà” di Giorgia non esiste una fetta consistente del popolo italiano?
Uno studio dimostra che i Paesi che adottano lo Ius soli sono più sviluppati
Ma c’è un secondo motivo per cui si può dire ignorante. Ovvero, perchè reputa lo Ius soli insensato e puramente ideologico. Ma di ideologico e insensato, nello Ius soli, c’è veramente poco. Infatti, come mostra uno studio recente (parola forse a lei sconosciuta) del Fondo Monetario Internazionale, i Paesi che adottano lo Ius soli sono più sviluppati. Lo studio è intitolato Does an Inclusive Citizenship Law Promote Economic Development? e argomenta scientificamente perchè lo Ius sanguinis danneggia lo sviluppo, mentre lo Ius soli potenzia l’integrazione e spinge la crescita economica. A recuperare lo studio è Repubblica, e risale al 2019. Si legge esplicitamente che
L’inclusione facilitata da opportune leggi di cittadinanza è un motore di crescita economica e un fattore per spiegare perché alcuni Paesi sono più ricchi di altri.
Sebbene siano state mosse critiche verso il dossier, da parte di testate ideologicamente schierate contro lo Ius soli, e allineate con i retaggi conservatori, i parametri impiegati nello studio sono schiaccianti.
Infatti, fra il 1970 e il 2014 la crescita dei redditi pro capite dei Paesi con lo Ius soli è stata dell’80% più alta rispetto a quelli che adottano un regime misto o lo Ius sanguinis.
Inoltre, bisogna evidenziare che le critiche mosse contro questo dossier non presentano contro-argomenti, ma siano pura retorica. Si limitano soltanto a dire che lo studio non è valido, senza addurre ragionevoli argomenti che inficiano o i metodi d’indagine o i risultati ottenuti.
Tanto che, quelli contro lo Ius soli, nel loro dire strafottente “la sinistra non sa più a cosa aggrapparsi per giustificare le sue ideologie”, cascano prede di se stessi. Prede della propria ignoranza. Prede di quel retaggio cavernicolo e antiscientifico, che scappa di fronte alle evidenze, rifugiandosi nella culla di ignoranza e cecità di cui sono espressione.
Leonardo Mori