Se il Covid ha chiuso le frontiere, aumentato i controlli sanitari e fermato le economie del mondo, non ha arginato il fenomeno della fuga di persone dal proprio Paese colpito da guerre, violenze e persecuzioni. Secondo l’ultimo Rapporto Global Trends dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, Il numero di persone in fuga nel 2020 è salito a quasi 82,4 milioni.
Un aumento del 4% rispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga del 2019. Il doppio delle persone rispetto a soli dieci anni fa, quando il totale era poco meno di 40 milioni. Tra il 2018 e il 2020 quasi un milione di bambini sono nati rifugiati, «Molti – si legge nel rapporto – potrebbero rimanere rifugiati ancora per anni»; mentre il 42 per cento non ha compiuto 18 anni, giovani che abbandonano le proprie case per cercare un futuro migliore.
Un esercito di persone lascia le proprie case
Un numero esorbitante di persone che deve far riflettere sulle troppe guerre che rimangono accese nel mondo, ben oltre (e ben altre) rispetto a quelle raccontate tutti i giorni dai telegiornali. Oltre i due terzi di queste persone in fuga provengono da Paesi colpiti da anni da guerre civili e persecuzioni: primi fra tutti la Siria, il Venezuela, l’Afghanistan, il Sud Sudan e la Birmania. Poi ci sono gli sfollati interni, un esercito di oltre 2,3 milioni a causa soprattutto delle crisi in Etiopia, Sudan, Paesi del Sahel, Mozambico, Yemen e Colombia.
Volontà politica debole
Conflitti che non riescono a cessare nonostante la pandemia e l’appello per un cessate il fuoco globale. «La Convenzione sui Rifugiati del 1951 e il Global Compact sui Rifugiati – spiega l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi – forniscono il quadro giuridico e gli strumenti per rispondere ai movimenti forzati di popolazioni, ma abbiamo bisogno di una volontà politica assai più decisa per affrontare, in primo luogo, i conflitti e le persecuzioni che costringono le persone a fuggire».
Ogni numero è una storia di sofferenza
«Dietro ogni numero c’è una persona costretta a lasciare la propria casa e una storia di fuga, di espropriazione e sofferenza – ha detto Filippo Grandi -. Occorre che i leader globali si concentrino sulla prevenzione e sulla risoluzione dei conflitti e sul rispetto dei diritti umani».
Le persone che migrano provengono da pochi Paesi
La cosa che fa più rabbia è che la maggior parte fugge da pochi paesi, quindi occorrerebbe concentrare gli sforzi politici e diplomatici su queste aree, da anni colpite da guerre e devastazioni.
Il Rapporto Unhcr mostra che oltre due terzi di tutte le persone migrate all’estero, provengono da cinque Paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni). È invece la Turchia che per il settimo anno di fila ha ospitato più rifugiati a livello mondiale (3,7 milioni), seguita da Colombia (1,7 milioni), Pakistan (1,4 milioni), Uganda (1,4 milioni) e Germania (1,2 milioni).
Marta Fresolone