Dalla data della sua uscita su Netflix, il 15 luglio, il fenomeno Stranger Things si è diffuso a macchia d’olio grazie alla versione contemporanea del passaparola: la condivisione sui social. Sfruttando la possibilità di binge watching compulsivo che la piattaforma di streaming offre, poche ore dopo il rilascio, gli 8 episodi della serie erano già stati spolpati da un gran numero di spettatori lasciando echeggiare nell’aria una semplice parola: capolavoro.
Per quanto non bisognerebbe mai esagerare con questo termine, per questo prodotto è lecito fare un’eccezione: Stranger Things è un capolavoro perché rappresenta un unicum nel panorama televisivo mondiale. La serie creata dai Duffer Brothers si basa su una idea chiara e precisa portata con coerenza alle estreme conseguenze. I due fratelli volevano semplicemente omaggiare il cinema e la letteratura di stampo fantascientifico con cui erano cresciuti, prendendo a riferimento i classici del genere degli anni 80, da Steven Spielberg a John Carpenter passando per i romanzi di Stephen King.
Le continue e palesi citazioni a film come E.T. l’extra-terrestre, Stand by Me, La Cosa, A Nightmare on Elm Street hanno fatto letteralmente impazzire una generazione di fan che hanno goduto nel rivedere reinterpretati e fusi sapientemente in un unico prodotto tutti gli elementi che hanno caratterizzato il genere simbolo del decennio.
L’idea di base viene portata avanti anche dalle scelte narrative, registiche e fotografiche. Stranger Things, in pratica, trasuda anni 80 da tutti i pori, riuscendo a rivisitarne l’atmosfera in una chiave moderna e accattivante.
Ma gli autori e registi della serie non si sono limitati a mettere in scena con precisione un pastiche di elementi derivativi, hanno anche raccontato una storia capace di emozionare come poche altre. Il gruppo di ragazzini protagonisti è caratterizzato alla perfezione riuscendo a creare un’empatia totale con lo spettatore, qualunque sia la sua età.
Anche il cast di adulti tormentati funziona molto bene: una Winona Rider in gran spolvero e un sorprendente David Harbour danno un supporto essenziale e ampliano le dinamiche narrative oltre il semplice racconto per ragazzi.
Le avventure che i personaggi affrontano, tra Dungeons & Dragons, bulli, walkie talkie, biciclette, superpoteri, esperimenti scientifici del governo e mostri provenienti da altre dimensioni, affascinano i ragazzini, esaltano gli adolescenti e commuovono gli adulti, grazie ad un approfondimento tematico che scava in valori eterni come l’amicizia, l’amore fraterno e quello tra genitori e figli.
Mescolando l’avventura all’horror, il film per ragazzi alla fantascienza, Strangers Things è riuscita ad entrare nel cuore del pubblico. Un successo forse prevedibile perché punta su quell’inarrestabile effetto nostalgia che stiamo vedendo in fenomeni di massa come Pokemon Go, ma che non può distaccarsi dalla qualità di questo straordinario prodotto.
Una qualità derivata da una passione genuina e palpabile che i fratelli Duffer hanno saputo trasmettere in ogni inquadratura e che probabilmente continuerà in una inevitabile quanto attesissima seconda stagione.
articolo di Carlo D’Acquisto