Un’azione simbolica contro l’inquinamento luminoso di un collettivo francese di parkour che ha scelto di mettere questa disciplina sportiva al servizio dell’ecologia.
Chi avrebbe mai pensato che il parkour potesse servire alla causa ambientale? Che l’arte di muoversi e superare gli ostacoli in un ambiente urbano rinnoverà l’azione diretta degli attivisti ambientali? Gli atleti di On The Spot Parkour, quella straordinaria filosofia di combinare abilità atletiche e abilità mentali e fisiche, che ti consente di navigare attraverso l’ambiente in sicurezza, in modo spettacolare, lo fa sugli Champs-Elysée a Parigi.
Gli atleti di On The Spot Parkour utilizzano la loro abilità fisica con lo scopo di aumentare la consapevolezza sul consumo di energia non necessario e sull’inquinamento luminoso. Dando vita al movimento di portata nazionale noto come Lights Off.
Nelle ultime settimane, da Parigi a Marsiglia passando per Rennes, le operazioni di Lights Off sono state guidate da giovani gruppi apPassionati di parkour, ma anche da strutture militanti come Youth For Climate. Il principio: identificare i segni e gli interni delle attività commerciali che rimangono illuminati tutta la notte e spegnerli nel tentativo di avviare un cambiamento nelle abitudini dei commercianti.
E il contesto attuale non rallenta le ambizioni dei ‘traceurs’, termine che designa i praticanti di parkour. Qualunque sia il coprifuoco alle 18:00, tutti mettono in primo piano la loro lotta contro lo spreco di elettricità. Mentre la crisi sanitaria dà all’ecologia un posto ancora più centrale del solito nel dibattito pubblico.
Spegnere per aumentare la consapevolezza
Per spegnere un’insegna luminosa, i traceurs identificano gli interruttori utilizzati dai vigili del fuoco per interrompere l’alimentazione in caso di incendio. Generalmente posizionati a poco più di tre metri di altezza, accanto all’insegna commerciale. A differenza degli attivisti green, gli atleti di parkour devono valutare lo slancio necessario per raggiungere il bottone, o addirittura tracciare una via di arrampicata.
Il giorno successivo, il commerciante potrà accendere la sua insegna senza incidenti utilizzando la stessa scatola. La pratica resta non violenta, non degradante e a favore di un migliore rispetto delle leggi in vigore.
La dimensione ecologica, unita alla natura spettacolare del parkour, produrrebbe un certo entusiasmo che i soliti attivisti non sempre godono. Questi giovani atleti sono comunque impegnati a modo loro. “È un approccio umanista di una generazione che non aspetta più che le cose vengano dall’alto“. Una certa forma di convergenza di lotte che rende il grande pubblico consapevole della questione cruciale del riscaldamento globale.
Il parkour è molto più di un semplice sport
E’ una disciplina completa, nata negli anni ’80 a Lisses, nella periferia parigina, rappresenta oggi uno sport metropolitano diffuso in tutto in mondo, che ha alla base una sua filosofia. I primi termini utilizzati per descrivere questa forma di allenamento furono “arte dello spostamento” (art du déplacement) e “percorso” (parcours).
Il parkour trae ispirazione dal metodo naturale dell’ufficiale di marina francese Georges Hébert. Che nei primi anni del ‘900 sviluppò un particolare metodo di allenamento per l’addestramento delle truppe. Definito “metodo naturale” (Hébertismo). Il cui motto è: «Essere forti per essere utili».
La disciplina originariamente non aveva altre pretese se non quelle di agilità e velocità. Trent’anni dopo, e dopo il film Yamakasi , il parkour e il free-running divennero noti nel mondo dello sport. Lo testimonia la viralità dei video di collettivi come Storror, che ha accumulato più di 800 milioni di visualizzazioni su Youtube .
Il gruppo Lights Off Parkour combina la sua arte dell’arrampicata con l’azione per aiutare a salvare il pianeta. Non si tratta solo della loro capacità di eseguire incredibili imprese di arrampicata, ma di cercare a loro modo di convincere le aziende a spegnere le luci.
Spegnere le luci è un messaggio simbolico sugli sforzi fondamentali che le aziende dovrebbero compiere. Non è l’efficienza dell’operazione che conta. Ovviamente non possiamo spegnere tutte le luci a Parigi, ma speriamo di dimostrare come anche le piccole azioni possano fare la differenza.
– Kevin Ha, leader di On the Spot.