Con una storica sentenza, il Giappone giudica incostituzionale il divieto di sposarsi per le coppie omosessuali
Non rispettare il diritto al matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso viola l’articolo 14 della Costituzione giapponese.
Tale articolo vieta ogni tipo di discriminazione basata sulla razza, sulla fede, sul sesso biologico, sullo stato sociale o le origini familiari.
Ad affermarlo è il giudice Tomoko Takebe. Attraverso questa storica sentenza, è stata ufficialmente stabilita la necessità di poter usufruire dei benefici legali derivanti dal matrimonio sia per le coppie eterosessuali che per le coppie omosessuali.
Il 17 marzo scorso, il tribunale distrettuale della città di Sapporo ha stabilito che le coppie omosessuali hanno il diritto costituzionale di sposarsi.
Secondo quanto sostenuto dai giudici, infatti, la sessualità, così come la razza e il genere, non è questione di preferenza individuale e dunque negare le licenze di matrimonio alle persone omosessuali viola la premessa della Costituzione di assicurare la parità dei diritti derivanti dal matrimonio.
La sentenza vede come protagoniste da due coppie di uomini e una coppia di donne appartenenti alla regione di Hokkaido.
Le tre coppie avevano avanzato una richiesta di risarcimento di un milione di yen, 7700 euro circa. Un compenso per i danni derivati dall’impossibilità di sposarsi legalmente e per le discriminazioni subite a causa delle mancate licenze matrimoniali. Tuttavia il tribunale non lo ha concesso interpretando la legge giapponese secondo cui il matrimonio deve essere basato sul “reciproco consenso di entrambi i sessi”.
Nonostante ciò, la sentenza è stata accolta positivamente dagli attivisti giapponesi per i diritti delle persone LGBT+
E non è difficile comprendere l’entusiasmo scaturito dalla notizia, considerando il fatto che arriva da un paese in cui non sono ancora riconosciute le unioni omosessuali.
Sebbene in alcuni comuni siano presenti ordinanze che facilitano le procedure d’affitto per le coppie omosessuali, non esistono veri e propri diritti civili. E dunque non sono presenti tutele per le coppie formate da persone dallo stesso sesso.
I pregiudizi e le discriminazioni che le persone LGBT+ devono affrontare sono ancora molti, come dimostrato da uno studio del professore Yasuharu Hidaka.
Secondo le ricerche effettuate, circa un quarto delle persone LGBT + in Giappone è stata vittima di outing. Ovvero la rivelazione del proprio orientamento sessuale da parte di altre persone e senza il consenso dei diretti interessati. Inoltre, il 25% delle persone LGBT subisce discriminazioni sul posto di lavoro. Mentre l’80% ha dichiarato di aver sentito un linguaggio omofobo o discorsi discriminatori al lavoro o a scuola.
Per tutte queste ragioni, la sentenza del tribunale di Sapporo non può che essere accolta positivamente. Una vittoria morale che, pur non avendo, effetti legislativi immediati, rappresenta un sostegno significativo ai diritti delle coppie omosessuali ed in favore del matrimonio egualitario.
Carola Varano