“Amicizie Profane” nasce dalla brillante penna di una delle eccellenze della letteratura statunitense del ‘900, Harold Brodkey. L’opera, pubblicata nel 1992, rivive grazie a Fandango Libri nella sua edizione italiana, accompagnata dalla sempre magistrale traduzione di Delfina Vezzoli.
“Come è triste Venezia”, cantava il grande Charles Aznavour. E malinconica la città lagunare lo è davvero nel romanzo “Amicizie Profane” di Harold Brodkey. Triste, ma anche romantica, passionale, dolceamara, magica, contraddittoria, seducente. Parte da Venezia questa narrazione, e non potrebbe essere altrimenti. La Serenissima accompagna la storia di Niles O’Hara e ‘Onni’ Gallieni, come una confidente che guarda, osserva, accompagna, cambia insieme ai due protagonisti.
Venezia mi adotterà, anche se in modo poco impegnativo, adesso che ho confessato ciò che provo per lei.
Siamo negli anni ’30, quando, appena bambino, l’americano Niles incontra alle scuole elementari il ribelle Onni, di qualche anno più grande. Tra i due nasce una “relazione profana”, un viaggio che, da infanzia a maturità, tra momenti di distacco e inossidabile unione, esplora un rapporto sempre più intimo e complicato che scavalca e attraversa tutte le fasi dell’amicizia, sino ad oltrepassare il confine con l’amore e la seduzione.
“L’amore… l’amore… l’amore…
l’amore esiste… Ve lo dico io… Ma esiste unicamente nella realtà non nel la fantasia, e nei modi in cui la realtà gli permette
di esistere…”
Amicizia, purezza perduta, ingenuità, cameratismo e ancora amore, violenza, sessualità, perversione, emulazione, esperienza, emozioni proibite, cruda realtà, complicazioni, egocentrismo…Niles e Onni vengono seguiti in tre fasi del loro rapporto, infanzia, adolescenza e maturità. Inseguirsi, capirsi, ma mai trovarsi davvero. Attrarsi e respingersi. Opposti, e simili. Volere essere uguali e volersi distinguere. Ambiguità e l’essere opposti creano la dinamica perfetta di una storia moderna, antica, e fuori da ogni tempo nello stesso momento. Venezia e la guerra a fare da unico metronomo per scandire i tempi di una storia che parla di crescita, tabù e di un viaggio tra i pensieri più profondi dell’animo umano.
Ad adornare le vicende di “Amicizie Profane” la scrittura di Brodkey. Cruda, asciutta e diretta nei dialoghi, dettagliata, descrittiva, ripetitiva nella narrazione…come un cerchio senza fine, lo stesso nel quale viaggia il rapporto di Niles e Onni.
Beatrice Canzedda