Cosa dovremmo imparare dalla controversa storia del comico Lenny Bruce?
Signori e signore, sedetevi comodi perché state per entrare nell’incredibile e pericoloso mondo di Lenny Bruce. Tra arresti, oscenità e tanta ironia cercheremo di raccontare la storia del personaggio sopra le righe per antonomasia. Genio o follia? A voi la decisione, lui, dal canto suo, si definiva semplicemente: Lenny Bruce.
Raccontare la storia di un personaggio tanto delicato e caleidoscopico come Lenny Bruce non è un compito semplice. E’ considerato globalmente il padre della stand-up comedy moderna, ed è stato elogiato largamente perfino nel panorama musicale, da artisti come Bob Dylan e Simon and Gurfunkel.
Per capire a pieno l’arte di Lenny Bruce bisogna prima affrontare la sua vita, la più grande ispirazione per i suoi spettacoli.
Leonard Alfred Schneider
Lenny Bruce, all’epoca Leonard Alfred Schneider, nasce nel 1925 nello stato di New York, da una famiglia di ebrei. L’arte è già in famiglia quando Lenny vede la luce, infatti la madre, Sally Marr, era una ballerina ed un’attrice teatrale, che aiuterà molto il figlio durante la carriera da cabarettista.
La sua infanzia è segnata dal divorzio dei genitori e da continui spostamenti, che segneranno profondamente il comico, finché, nel 1942, all’età di sedici anni, Bruce non salperà a bordo dell’incrociatore USS Brooklyn, dopo essersi arruolato nella marina militare.
Ciò che molti non sanno infatti è che Lanny Bruce ha contribuito, nel corso della seconda guerra mondiale, alla storica liberazione d’Italia da quella orribile piaga che risponde al nome di regime fascista.
L’incrociatore USS Brooklyn, dopo aver appoggiato gli sbarchi in Africa settentrionale, sarà parte integrante della campagna statunitense in Italia, prendendo parte agli sbarchi in Sicilia e ad Anzio, fino ad arrivare addirittura in Provenza.
Nel maggio del 1945 però, mentre l’incrociatore era sottoposto a lavori di restauro, Bruce riuscì a farsi congedare con disonore dopo aver confessato di essere omosessuale. E’ l’inizio della sua carriera da comico, la nascita del vero Lenny Bruce.
Dal Vangelo secondo Lenny Bruce
Lo stile del fu Leonard Schneider è irriverente e sfacciato, non si vergogna di dire le cose come stanno e di esporre la sua opinione su argomenti allora considerati tabù.
Già nel 1959, ad esempio, nel corso di uno speciale televisivo intitolato The world of Lenny Bruce, il comico si espresse riguardo il sensazionalismo dei giornali. Leggendo la stessa notizia riguardo una rapina Bruce dimostrò come, da giornale a giornale, l’ammontare della refurtiva saliva sempre di più.
La comicità dello statunitense era molto “cinematografica”, permeata di imitazioni e vere e proprie messe in scena, vista anche l’esperienza di Bruce in questo campo.
I temi che Lenny affrontava nel corso dei suoi spettacoli erano a dir poco avanguardisti per l’epoca: dal razzismo, con continui rimandi al Ku Klux Klan, alla religione, alla politica, passando attraverso droghe, malattie e rapporti di coppia.
Il punto più forte del suo pensiero vuole che la repressione di una determinata parola doni violenza alla parola stessa. Lenny Bruce spiega tutto ciò nel celeberrimo spettacolo del 1961 in cui esordì chiedendo al pubblico “ci sono negri tra di voi stasera?”.
Continuò appellando in modo dispregiativo italiani, ebrei, gli “ubriaconi” irlandesi e in generale qualsiasi etnia fosse presente allo spettacolo. Secondo il comico se il presidente Kennedy, in carica in quel periodo, fosse apparso in televisione ripetendo la n-word in continuazione, senza nessuna accezione negativa, magari il giorno dopo non si sarebbe visto un bambino di colore piangere per come lo avevano chiamato a scuola.
I problemi giudiziari e gli ultimi anni di vita
Naturalmente questo suo uso libero del linguaggio e i temi trattati portarono Bruce ad avere diversi problemi con la legge. Nello specifico, fu arrestato ben tre volte per oscenità.
Venne assolto durante i primi due processi, ma nel 1964, presso il tribunale di New York, arrivò la prima condanna. Ciò creò una situazione di vera e propria censura ai danni del comico, che negli ultimi anni della sua vita riuscì ad esibirsi soltanto a San Francisco, poiché i proprietari dei locali in cui portava i suoi spettacoli venivano multati ogni volta.
In questo periodo, nel 1965 per l’esattezza, Bruce si esibisce in uno spettacolo strabiliante, in cui presenta gli atti dei suoi processi e mette a nudo tutte le contraddizioni dell’accusa nei suoi confronti, non risparmiando neanche il suo avvocato d’ufficio.
In questi anni inoltre il comico viene arrestato due volte per possesso di droga, notizia che non stupisce, vista la sua conclamata tossicodipendenza. Non a caso, Lenny Bruce lascerà questo mondo il 3 agosto 1966, all’età di di quaranta anni, a causa di un’overdose di morfina.
L’impatto sociale
L’impatto che una personalità come Lenny Bruce ha avuto sulla società americana è stato enorme. La comunità artistica lo ha celebrato largamente, e la sua filosofia ha segnato profondamente diverse personalità dell’epoca.
Un esempio lampante di ciò è possibile trovarlo nel dibattito che Frank Zappa ebbe al CNN Crossfire riguardo alcuni versi delle sue canzoni. Zappa, ammiratore ed amico di Bruce, difende i suoi scritti affermando ripetutamente che “sono solo parole”.
Inoltre, neanche a dirlo, l’intero panorama della stand-up comedy deve moltissimo a Lenny Bruce. Pietre miliari di questo tipo di intrattenimento, come George Carling e Bill Hicks, sono state pesantemente influenzate dal suo stile.
Attivismo sociale
Lenny Bruce può ancora insegnarci qualcosa? Un comico vissuto ormai più di cinquanta anni fa può ancora risultare attuale? La risposta è sì.
Bruce può essere considerato un attivista per i diritti civili. Le sue battaglie, portate avanti sui palchi di tutta America, riguardavano soprattutto l’uguaglianza di genere e la questione delle razze. Vi sembra qualcosa di già sentito?
Ciò che potremmo imparare dal comico statunitense, e che dovremmo traslare nella società moderna, è il prendersi poco sul serio e il saper usare l’arma della comicità per combattere battaglie importanti, senza dover ricorrere alla censura, perché “levate il diritto di dire “vaf*******” e leverete il diritto di dire “vaf******* il Governo”.
Thomas Marzioni