Procida: la storia, il mito, la bellezza e l’innovazione hanno trasformato un’isola nella Capitale Italiana della Cultura 2022
Da Virgilio al mito dei giganti, dalla leggenda di San Michele Arcangelo a Massimo Troisi, si perde la millenaria storia dell’Isola di Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022. Tra le stradine sormontate da pittoresche e variopinte facciate si respira un’aria mediterranea senza tempo. Le acque cristalline che la circondano danno l’impressione di un mondo a parte. Tuttavia, Procida è“L’Isola che non isola”. Questo è lo slogan scelto dall’equipe che ha realizzato un progetto dal forte impatto culturale e innovativo.
La proclamazione
Procida è stata dichiarata Capitale Italiana della Cultura 2022 lo scorso 28 gennaio. L’annuncio è arrivato dal ministro Franceschini dopo la proclamazione decisa da una giuria presieduta dal prof. Stefano Baia Curioni. A Procida andrà un milione di euro per realizzare il suo piano di sviluppo culturale. Inoltre, il titolo avrà ricadute dal punto di vista turistico. A cosa si deve questo onore?
La storia che si intreccia col mito
Le origini dell’isola di Procida sono da collocarsi nel periodo ellenico. Alcuni ritrovamenti archeologici, infatti, documentano una colonizzazione micenea. È proprio in questo contesto che subentra il mito sulla sua fondazione. Come scrive Virgilio ne L’Eneide, quando la nutrice di Enea (che guarda caso si chiamava Procida) morì, egli stesso la seppelì ai confini della Campania, dove poi sorse un’isola.
Pirati e Arcangeli
Il protettore di Procida è San Michele Arcangelo. La leggenda vuole che nel 1534, quando l’isola era sotto la guida di Alfonso d’Avalos, arrivò il corsaro saraceno Khayr-al-Din, detto Barbarossa. Egli mise a ferro e fuoco tutto il territorio, costringendo gli abitanti a barricarsi nel borgo fortificato detto Terra Murata. Dopo che i procidani fecero appello all’Arcangelo Michele, questo scese dal cielo con la sua spada e mise in fuga i saraceni alzando un muro di fuoco e scatenando fulmini.
Questo evento leggendario è descritto anche nell’opera del pittore Nicola Russo: “San Michele Arcangelo Scaccia i Saraceni da Procida“, olio su tavola del 1690. Esso è esposto nell’abside dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, che sorge proprio a Terra Murata, nel luogo della presunta apparizione.
Procida, Capitale Italiana della Cultura 2022 è anche il luogo del Postino di Troisi
Anche la cultura cinematografica si inserisce nel bagaglio dell’isola più colorata d’Italia. Nel 1994 è stata il set dell’ultimo film di Massimo Troisi, “Il Postino”. Il film è ambientato nel borgo della Corricella, il borgo delle case variopinte. Un altro luogo simbolo del film è la spiaggia del Pozzo Vecchio, ormai rinominata da tempo “la spiaggia del Postino” .
L’innovazione
Alla luce di tale patrimonio culturale, l’isola di Procida si è aggiudicata il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022 anche grazie ad un progetto giudicato come “innovativo” dalla commissione di esperti del Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo). Alla base del progetto c’è la valorizzazione delle pratiche di inclusione, la creazione di nuove imprese della cultura, la riqualificazione dei beni culturali e un collegamento con i Campi Flegrei, insieme a tutta l’area metropolitana di Napoli. Altra caratteristica dell’ambizioso progetto è la sostenibilità e lo slow tourism (turismo destagionalizzato). Un Comune così piccolo, ma dal grandissimo patrimonio culturale, ha un anno di tempo per diventare “la vetrina d’Italia”.
Silvia Zingale