Ha pagato a caro prezzo un espressione omofoba pronunciata durante il Sentry Tournament of Champions, torneo di golf che si disputa sull’isola di Maui (Hawaii), l’americano Justin Thomas. La frase gli è, infatti, costata la sponsorizzazione Ralph Lauren, azienda che lo sosteneva fin dall’esordio nel 2013. Chiaramente captata dai microfoni, l’espressione è stata proferita quando il golfista ha mancato un facile putt alla quarta buca. Nella rabbia del momento, l’insulto era probabilmente rivolto verso sè stesso.
Le scuse di Thomas e la scelta di Ralph Lauren
Resosi conto dell’errore, come si vede nel video, Justin Thomas, attualmente numero 3 al mondo e vincitore di tredici tornei nel Pga Tour, ha subito cercato di porre rimedio. “Non ho scuse” ha detto. “Sono un adulto, e non ho alcuna giustificazione per quello che ho fatto. Sono molto imbarazzato. Quello che è successo non riflette il tipo di persona che sono realmente. Purtroppo è successo. Chiedo scusa e me ne assumo la responsabilità”.
Le scuse di Justin Thomas, non sono, però, servite a far cambiare idea a Ralph Lauren, che ha subito preso le distanze dal golfista. “Siamo affranti per il linguaggio usato dal signor Thomas, del tutto incoerente con i nostri valori” ha spiegato l’azienda in una nota. “Pur riconoscendo che si è scusato e ha riconosciuto la gravità delle sue parole, Thomas è un ambasciatore retribuito del nostro marchio e le sue azioni sono in conflitto con la cultura inclusiva che ci sforziamo di sostenere. Riflettendo sulla responsabilità che abbiamo verso tutti i nostri stakeholder, abbiamo deciso di interrompere la nostra sponsorizzazione del Sig. Thomas”.
Non è un caso isolato
Quello della cessazione della sponsorizzazione Ralph Lauren nei confronti di Justin Thomas non è un caso isolato nel mondo del golf e, più in generale, dello sport. Già nel marzo dello scorso anno, riporta il Guardian, il golfista Scott Piercy era stato abbandonato dai suoi sponsor dopo aver condiviso un meme di stampo omofobo su Pete Buttigieg, ex sindaco di South Bend e candidato democratico alla presidenza.
Nel caso Thomas-Ralph Lauren, però, l’azienda, nota per il suo impegno nella tematica anti omofobica, che le è valsa la nomina a miglior posto di lavoro per l’uguaglianza LGBTQ, non esclude di tornare sui propri passi in futuro. “Nel prendere questa decisione, la nostra speranza è che il signor Thomas faccia il lavoro necessario per collaborare di nuovo con noi. Ciò può avvenire analizzando l’incidente, imparando da esso, crescendo e infine utilizzando ogni suo mezzo per promuovere l’inclusione” ha commentato l’azienda a conclusione dell’accaduto.
Simone Guandalini