Il mondo che ci circonda è cosparso di simboli. La realtà ci parla quotidianamente attraverso loghi, pubblicità, immagini: segni e convenzioni adottati dall’uomo per veicolare un messaggio. Sono così importanti nella quotidianità è impossibile fare senza. Si pensi ad un esempio banale, come mandare un messaggio su Whatsapp. Scrivere un messaggio con una emoticon non è uguale che scriverlo senza, questo perché il simbolo ormai è portatore di significato, amplificandolo. A proposito di emoticon, un recente articolo, pubblicato su The Atlantic, ha fatto emergere la prima attestazione storica dell’utilizzo di una emoji. Si tratta di una poesia del XVII° secolo.
La prima emoticon della storia
La scoperta, inizialmente divulgata dal blog della University of Chicago Press, è stato in seguito condivisa dal mondo intero. Al momento si tratta della prima testimonianza dell’utilizzo di una emoticon. La particolarità è che risale al 1648, un periodo in cui non erano lontanamente immaginabili dispositivi come gli smartphone o i pc o quant’altro.
Si tratta di una poesia scritta dal poeta inglese Robert Harrick, il cui titolo è “To Fortune”, all’interno dell’opera Esperidi. Effettivamente alla seconda riga è presente una emoticon:
To Fortune
Tumble me down, and I will situpon my ruines (smiling yet : )
Tear me to tatters, yet I’ll be
Patient in my necessity.
Laugh at my scraps of clothes, and shun
Me, as a fear’d infection ;
Yet, scare-crow-like, I’ll walk as one
Neglecting thy derision.
I critici letterari che hanno riportato questa notizia hanno osservato come anche nelle edizioni più recenti tale segno grafico sia stato riportato. Non abbiamo perciò la conferma inequivocabile che si tratti di un segno voluto, anche se il contesto e il fatto che sia stato riportato in edizioni successive lo lasciano presumere.
Una storia particolare
Dopo il 1648, molti non sanno che la successiva apparizione di uno smile è stata ben due secoli dopo, all’interno della trascrizione del discorso del Presidente americano Abraham Lincoln, nel 1862. Il testo è riportato così all’interno del “New York Times“:
I believe there is no precedent for my appearing before you on this occasion,[applause] but it is also true that there is no precedent for your being here yourselves, ( applause and laughter ; )
La storia delle faccine più iconiche del nostro millennio è molto particolare, fatta di date e di eventi veramente singolari. L’anno più importante da ricordare è il 1982, anno in cui Scott Fahlman diede vita su una tastiera ai simboli : – ) e : – (. L’emoticon nacque perché il docente di informatica, scrivendo all’interno di un blog, sentiva l’esigenza di definire il tono della conversazione all’interno dei suoi post, in modo da non creare ambiguità troppo spesso ricorrenti. Così propose ai partecipanti di introdurre il segno : – ) per la conversazione ironica, : – ( per quella seria. Due segni che ormai albergano costantemente all’interno del nostro telefono e coi quali riusciamo a comunicare veramente qualunque cosa.
Jacopo Senni