Il mondo è pieno, fino all’orlo forse, di emergenze occultate. Ne siamo testimoni ogni giorno: ci sono tante cose che non fanno parte della normalità, che sono il nucleo del disumano. E tra le tante emergenze a cui dar voce, ve n’è una in particolare che l’Universities Network for Children in Armed Conflict ci ricorda: i bambini hanno bisogno di giocare con i loro sogni, non di far la guerra.
Let them play with their dreams, lasciamoli ai loro sogni.
Migliaia di bambini partecipano attivamente ai conflitti armati nel mondo
‘Let them play with their dreams: Lasciamoli ai loro sogni’ è un brano composto ed eseguito dall’artista italiano Sergio Iovino, in sostegno al primo Network per la protezione dei bambini nei conflitti armati.
È una campagna di sensibilizzazione lanciata per dare voce lì dove la voce, seppur si sgoli, resta fievole.
Il Prof. Fausto Pocar del Comitato di Coordinamento del Network dichiara:
“Il coinvolgimento delle Università e dei centri di ricerca che si occupano di diritto umanitario è fondamentale per costruire una base scientifica all’azione politica di Stati e di Organizzazioni internazionali intesa a migliorare la drammatica situazione dei bambini nei conflitti armati.”
Condividere la canzone, quindi, diventa uno strumento di protesta nelle mani di tutti ed è proprio quello che si augura l’associazione: cerchiamo di smuovere le acque delle nostre collettività. Ognuno di noi, con la parola, può fare tanto. Le emergenze silenziose, che sono problemi riguardanti ognuno di noi, devono acquisire valenza sociale e politica con il nostro aiuto.
Troviamo il nostro modo di sensibilizzare: #Stop ai bambini-soldato
Sono migliaia i bambini che vivono la guerra nel mondo. Non solo, purtroppo, i bambini subiscono i conflitti come parte debole e fortemente a rischio, ma molte volte diventano parte attiva negli scontri. Non vi sono, purtroppo, dati statistici appurabili ma le stime sul fenomeno dell’arruolamento dei bambini-soldato restano sconfortanti. Si parla circa di 14 Paesi coinvolti, tra cui la Somalia, Iraq, Afghanistan, Yemen e la Repubblica Centrafricana. Questi sono i paesi in cui i bambini sono stati i più colpiti nel 2017. Le violazioni dei diritti dei minori in queste aree si è triplicato dal 2010 ad oggi.
Quando parliamo di bambini che diventano soldati, si intende chiunque sia minorenne: bambino, ragazzo o ragazza, sfruttato attraverso le armi, con la violenza, che diventano facchini, spie, combattenti o anche per scopi sessuali.
Così, il Segretario Generale dell’associazione non governativa INTERSOS, ci sprona sul fenomeno:
“Quella dei bambini-soldato è un’emergenza umanitaria […].
Un fenomeno globale, che trae nutrimento dalla natura dei conflitti contemporanei: protratti nel tempo, asimmetrici, che vedono il coinvolgimento di una miriade di attori informali e un’elevata esposizione della popolazione civile. Il nostro appello è a non spegnere i riflettori su quello che è sempre un atto di violenza e una delle più gravi violazioni dei diritti dell’infanzia.”
I sogni dei bambini sono un bene inestimabile
“Piccole anime, vittime di un mondo incomprensibile,
ci prenderemo cura di voi, perché siete voi il nostro futuro.”
Il brano è chiaro: il mondo è incomprensibile, e ancor più incomprensibili sono gli uomini che si autodistruggono con ogni mezzo disponibile. Addirittura, siamo capaci di tarpare le ali alle future generazioni. Lo facciamo tutti i giorni, in tanti modi, e i bambini in guerra sono la testimonianza più dolorosa.
Attraverso campagne di sensibilizzazione del genere allora, ci avviamo verso una maggior consapevolezza. L’unico coltello ammissibile, ci serve solo per squarciare il velo di Maya verso queste realtà.
“Let them play with their dreams”, lasciamoli giocare con i loro sogni. Coltiviamoli. Non dimentichiamoci, oggi più di ieri, dei sogni di questi bambini.
Maria Pia Sgariglia