In Afghanistan non si vive, si sopravvive. Si sopravvive alla crudeltà della guerra, alla violenza degli attentati, si sopravvive alle bombe, agli attacchi suicidi, alle rivendicazioni dei Talebani, all’estremismo dell’ISIS. Ma a volte non si riesce nemmeno sopravvivere. A volte, troppo spesso, è la morte a fare notizia. Oggi è stato portato via da una bomba Mahbobullah Mohibi, vicegovernatore di Kabul.
Ucciso da un’autobomba Mahbobullah Mohibi
Questa mattina, alle 9:40 ora locale, il vicegovernatore di Kabul, Mahbobullah Mohibi, e il suo segretario sono stati uccisi da un’autobomba nel quartiere di Macroryan, nel nono distretto della capitale afgana. Due guardie del corpo sono state ferite dall’esplosione. Il portavoce del ministro dell’Interno, Tariq Arian, ha specificato che l’ordigno artigianale era stato collocato sotto il Land Cruiser blindato del vicegovernatore. “Questo atto terroristico è un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità”, ha aggiunto Arian.
Nel frattempo, in un’altra zona della città, un poliziotto è morto sotto i colpi di un’arma da fuoco per mano di uomini a volto coperto. Nell’azione un secondo agente è rimasto ferito.
Nessun gruppo terrorista ha rivendicato la responsabilità degli attentati.
Sempre nella giornata di oggi un membro del consiglio è stato ucciso nella provincia di Ghor, nella città di Feroz Koh. Abdul Rahman è morto alle 13:00 ora locale quando una bomba attaccata sotto la sua auto è esplosa. In seguito alla detonazione anche un altro membro del consiglio provinciale, Abdul Rahim Rezazadah, ha riportato lesioni.
I negoziati di pace
Un’impennata violenta travolge l’Afghanistan, e sembra lontana quella pace che dovrebbe essere frutto dei negoziati tra il governo e i Talebani che hanno preso il via a settembre in Qatar. Sembra impossibile, adesso, che si giunga a un accordo di pace che metta fine a 19 anni di guerra e porti alla formazione di un governo senza conflitti. Il ritiro delle truppe statunitensi, da molti giudicato frettoloso, non garantisce, per il momento, né un cessate il fuoco duraturo, né uno freno agli attentati terroristici. Quella che per Trump era una priorità in vista delle elezioni, il ritiro americano dal paese, non ha mai convinto fino in fondo, e più voci si erano dette contrarie, sostenendo che il governo afgano, da solo, non sarebbe stato in grado di far fronte all’insorgere violento dei gruppi sovversivi e estremisti.
Mahbobullah Mohibi e gli altri. Le vittime dell’ondata di violenza che travolge l’Afghanistan
L’Afghanistan, ma soprattutto la capitale, sono teatro in questi mesi di cruenti omicidi ai danni di politici, attivisti, giornalisti. Massacri e attacchi missilistici diffondono panico e distruzione.
Il 2 novembre un assalto all’Università di Kabul ha provocato la morte di 22 persone, la maggior parte studenti. Solo dopo lunghe ore di sanguinoso assedio le forze di sicurezza afgane sono riuscite a abbattere gli assalitori e a liberare l’università. Più tardi l’attentato è stato rivendicato dall’ISIS.
A ottobre, un kamikaze si è fatto esplodere in un centro educativo di Kabul, uccidendo 24 studenti tra i 15 e i 26 anni. Anche in questo caso l’ISIS ha rivendicato l’attacco.
Sabato 12 novembre, 10 missili sono caduti sulla capitale, in diverse parti della città, uccidendo almeno una persona. Il mese scorso l’ISIS aveva rivendicato il lancio di 14 missili su una zona residenziale di Kabul. Almeno 8 persone erano morte e 31 erano risultate ferite.
Il 9 settembre, un attentato fallito ai danni del vicepresidente Amrullah Saleh ha ucciso 10 civili. Saleh è noto per le sue posizioni anti talebani, ma il portavoce dei Talebani ha negato ogni coinvolgimento.
L’uccisione di Mahbobullah Mohibi segue di pochi giorni quella del procuratore distrettuale Habibullah. Domenica mattina, alle 8:30 ore locali, il funzionario è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel quartiere di Kart-e-Naw, a Kabul. La settimana prima era morto in circostanze simili un procuratore del governo, nell’area di Deh Arab, sempre nella capitale.
Ora il paese chiede a gran voce che il governo rafforzi le misure di sicurezza a livello nazionale.
Camilla Aldini