Si è concluso con un accordo unanime il lungo dibattito tra Cina e Nepal riguardo l’altezza del monte Everest. È ufficiale: il tetto del mondo misura 8.848,86 metri.
1954-2020, l’Everest “è cresciuto”
Era il lontano 1953 quando Edmund Hillary e Tenzing Norgay raggiunsero la vetta dell’Everest, riuscendo nell’impresa già tentata dalla Gran Bretagna negli anni ’20 del secolo scorso. Nel 1954, arrivò poi la comunicazione ufficiale: l’Everest è alto 8.848 metri al di sopra del livello del mare. Oggi, questa misura è stata corretta aggiungendo 86 centimetri e la notizia arriva proprio in prossimità della Giornata internazionale della montagna.
Cina vs Nepal, le ragioni del dibattito
I due paesi condividono la sovranità della montagna, in quanto la Cina (Tibet) possiede il versante est, nord e ovest, mentre la regione sud è proprietà del Nepal. Le origini della discordia risalgono al 2005, quando le misurazioni cinesi calcolarono il valore di 8.844,43 metri, un valore più basso di quello stabilito nel 1954. Tuttavia, tale discrepanza trovava spiegazione nell’uso di due tecniche differenti di misurazione. Infatti, il Nepal includeva anche la calotta glaciale mentre Pechino considerava solo lo strato roccioso. Inoltre, nel misurare le quote si fa sempre riferimento al livello del mare che, però, è una superficie variabile in relazione alle maree, alle stagioni e al cambiamento climatico. Ad esempio, per misurare l’Everest la Cina e il Nepal utilizzano punti di partenza diversi: rispettivamente il mar Giallo e la baia di Bengala.
L’accordo
Sebbene l’intenzione di trovare l’accordo fosse nota già da tempo, l’ufficialità è arrivata solo nel 2020. Infatti, l’8 dicembre i ministri Wang Yi e Pradeep Gyawali hanno annunciato contemporaneamente la nuova altezza dell’Everest. Fortemente voluta dal presidente cinese Xi Jinping, l’intesa è stata raggiunta dopo il confronto fra i dati delle due spedizioni, nepalese (2019)e cinese (2020). Un’analisi di dati senza precedenti che ha richiesto la raccolta di circa 150 minuti di osservazioni con il ricevitore geodetico.
I terremoti del 2015
Il 25 aprile del 2015 un terremoto di magnitudo 7.5 ha devastato Kathmandu, provocando anche diverse valanghe sui versanti della catena dell’Himalaya. Pochi giorni dopo (12 maggio), seguì un altro violento sisma di magnitudo 7.3, che provocò ulteriori slavine. Questi eventi fecero avanzare l’ipotesi che l’Everest si fosse ridotto, perdendo anche il primo posto rispetto al K2 (8.611 metri). A tal proposito, fu organizzata una nuova spedizione che, ha poi confermato il primato mondiale all’Everest.
Un’altezza in evoluzione continua
Geologicamente parlando, la catena dell’Himalaya è molto giovane, infatti è nata circa 50-60 milioni di anni fa dalla collisione tra il subcontinente indiano e l’Eurasia. Ma, secondo i geologi, è ancora in crescita per via dello spostamento della placca indiana verso quella asiatica. In particolare, il monte Everest sembra innalzarsi di circa 50 centimetri ogni 100 anni. Inoltre, il riscaldamento globale contribuisce ulteriormente alle variazioni di quota, perché accelera sia lo scioglimento dei ghiacciai sia l’innalzamento dei mari per effetto dell’espansione termica dell’acqua.
“Il rapporto Cina-Nepal migliorerà attraverso l’Himalaya e raggiungerà una nuova altezza”
Con queste parole il presidente cinese Xi ha voluto sottolineare la predisposizione della Cina a collaborare con il Nepal per la salvaguardia del Monte. Infatti, l’obiettivo comune deve essere promuovere la ricerca scientifica e tutelare l’ecologia di questi luoghi, per garantirne una buona conservazione nel tempo. Purtroppo, la catena montuosa dell’Himalaya soffre già da diversi anni gli effetti dell’inquinamento e del surriscaldamento globale, allarmando le autorità sulle possibili conseguenze. Sebbene la storia di questi due paesi ci testimoni un passato di relazioni difficili, oggi la reciproca fiducia politica sta crescendo, facendo trasparire un intento di collaborazione.
“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”
L’Everest, anche detto Sagarmatha, in nepalese, e Chomolungma, in tibetano, è il simbolo di due paesi, che condividono già tanto a livello naturalistico, ma ancora molto poco sul fronte politico. Due potenze economicamente così distanti, la Cina e il Nepal, cominciano ora un difficile cammino insieme. Dalla vetta più alta, un’allegorica discesa geografica cui corrisponde un’ascesa socioculturale forse solo parzialmente paragonabile all’impresa storica del 1953.
Carolina Salomoni