Dopo giorni di guerriglia, la Francia riscrive l’articolo 24 della Legge sulla sicurezza globale. Una legge definita “liberticida e anti-democratica”. La sollevazione popolare è stata tale da costringere la maggioranza di governo a tornare sui suoi passi…
Legge sulla sicurezza globale
La nuova proposta di legge sulla “sicurezza globale” potrebbe dare maggiore autonomia alla polizia locale e – potenzialmente – armarla di più, espandendo l’uso di droni di sorveglianza nelle aree ad alta criminalità.
In particolare, la misura nota come “Articolo 24”, quello più contestato al suo interno, avrebbe posto drastici limiti alla possibilità per la stampa di trasmettere immagini di poliziotti in servizio.
Secondo la disposizione – che si dovrebbe applicare sia ai civili che ai giornalisti – costituirà un crimine mostrare le immagini del volto di un agente delle forze di polizia, a meno che non sia stato offuscato. La pubblicazione sui social media o altrove con l’intenzione di minare “l’integrità fisica o psicologica” di un agente potrebbe essere punita con un anno di reclusione o con multe fino a 45.000 euro.
Legge sulla sicurezza globale: l’articolo 24 va riscritto
Ora, dopo giorni di guerriglia, il famigerato articolo 24 della nuova legge sulla sicurezza globale francese sarà sospeso e completamente riscritto dalla maggioranza parlamentare. La decisione è arrivata dopo un vertice tenutosi lo scorso 30 novembre, all’Eliseo, dove il presidente Emmanuel Macron ha incontrato il premier Jean Castex, i ministri dell’Interno, Gérald Darmanin ed Eric Dupond-Moretti, oltre ai presidenti dei gruppi parlamentari della maggioranza.
Non stralciato, come chiedono le opposizioni; ma nemmeno rielaborato da una commissione indipendente, come aveva proposto il primo ministro, scatenando la rabbia del presidente dell’assemblea nazionale. Egli infatti, pur appartenendo anche lui alla maggioranza presidenziale, ricordava che il potere legislativo spetta al parlamento.
Le proteste
Un dibattito interno che è scoppiato proprio mentre mezzo milione di persone scendeva in strada per manifestare contro la proposta di legge. Migliaia di manifestanti si radunano da giorni nelle strade di tutto il Paese per protestare contro la nuova legge sulla sicurezza globale.
Il collettivo, chiamato “Stop Loi Sécurité Globale” o Stop Global Security Law, è composto da sindacati di giornalisti, ONG per i diritti umani e altri gruppi. Chiedono il ritiro degli articoli 21 e 22 della proposta di legge, “che organizzano la sorveglianza di massa”; e dell’articolo 24, che penalizzerebbe la diffusione “dolosa” dell’immagine degli agenti di polizia.
Chiedono inoltre la soppressione del cosiddetto “New National Policing Scheme”, annunciato a settembre dal ministro dell’Interno Gerald Darmanin, che costringe i giornalisti a disperdersi durante le manifestazioni quando gli viene ordinato dalla polizia.
“Se le persone non possono filmare nulla per le strade, ma la polizia può fare un uso illegale della forza, è un messaggio molto preoccupante da inviare”,
ha detto alla CNN Cecile Coudriou, presidente di Amnesty International France.
Il pestaggio di Michel Zecler
Il clima di tensione si è aggravato dopo il pestaggio di Michel Zecler – un produttore musicale di origini africane – per mano di quattro poliziotti.
Indubbiamente, la vicenda di Zecler non è l’unica che ha per protagonisti dei poliziotti violenti, ma è quella che è riuscita a provocare più profonda attenzione.
Da quando i social hanno diffuso il video del pestaggio, le reazioni si sono moltiplicate.
Per una volta le istituzioni non difendono a spada tratta i poliziotti; e diversi responsabili delle forze dell’ordine hanno abbandonato le giustificazioni retoriche per dare voce a un certo smarrimento. “È inammissibile, sono degli squilibrati”, si mormora nei corridoi. “Queste immagini avranno delle ripercussioni su tutti noi”, criticano i gendarmi.
Anche star del calcio e del basket come Antoine Griezmann, Kylian Mbappé o Rudy Gobert hanno invitato i loro follower a interrogarsi sulla questione.
L’impatto mediatico della vicenda ha anche dato un colpo d’acceleratore alle indagini. Hanno sospeso gli aggressori, poi li hanno trattenuti in custodia cautelare e incriminati nel giro di poche ore. Due di loro rimarranno in detenzione provvisoria per evitare che facciano pressione sui testimoni o inquinino le prove, una misura rarissima in casi che coinvolgono degli agenti, con il capo della polizia che ha ammesso di essere scandalizzato e ha parlato di comportamenti da delinquenti.
Una riscrittura totale del testo
Come si evince, la sollevazione popolare è stata tale da costringere la maggioranza di governo a tornare sui suoi passi…
Non hanno fornito dettagli su come concretamente sarà modificato l’articolo. L’ex ministro dell’Interno Christophe Castaner ha precisato che
non si tratta né di una sospensione né di un ritiro, ma di una riscrittura completa, che sarà condivisa dalla maggioranza di governo.
Infatti, questa nuova bozza “sarà realizzata come parte di uno sforzo collettivo dai tre gruppi della maggioranza”, ha aggiunto.
Per Castaner “l’obiettivo è semplice: rafforzare la sicurezza delle forze dell’ordine” ma anche “garantire il diritto fondamentale alla libera informazione”.
“L’equilibrio che abbiamo cercato su questo articolo 24 non è stato percepito in modo unanime, e ne prendiamo atto. Quando un tale malinteso continua a intensificarsi su un argomento così fondamentale, abbiamo il dovere di interrogarci collettivamente”,
ha spiegato durante una conferenza stampa all’Assemblée Nationale.
Adesso, per il governo presieduto da Jean Castex e per il presidente Emmanuel Macron non è facile fare marcia indietro, senza “perdere la faccia” e senza scontentare quel pezzetto di Francia che – a fronte delle proteste radicali e dell’insorgenza islamista – invoca l’ordine.
Ma i valori fondanti di una democrazia restano tali. Ora bisogna fare i conti con l’indignazione e la protesta dei cittadini che temono la (palese) limitazione delle libertà fondamentali e delle garanzie del cittadino.
Giulia Chiapperini