La città di Torino ha approvato il protocollo “zero stereotipi”. Al via una campagna di comunicazione improntata all’inclusione e alla decostruzione degli stereotipi di genere.
La mozione è entrata in vigore il 30 novembre scorso. Si tratta di un’idea nata dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Cinzia Carlevaris, che ha presieduto la commissione per Diritti e Pari opportunità.
“Vogliamo che la comunicazione pubblica della città non diffonda stereotipi e diventi strumento attivo della decostruzione di quelli già esistenti” dichiara la Carlevaris, spiegando la necessità di una società più inclusiva. La mozione prevederà profondi cambiamenti nella sfera valoriale della collettività. La parità di genere verrà incentivata attraverso un’azione mirata nell’ambito scolastico, lavorativo e comunicativo.
No alla reificazione della donna
Il primo punto previsto dal documento è la decostruzione di stereotipi femminili. Al bando un’immagine della donna mercificata, svilente e maschilista, legata ad oggetto di desiderio o a canoni estetici irraggiungibili.
Si va verso l’abbandono di stereotipi familiari e professionali, incentivando la parità di genere nella sfera domestica e lavorativa. Si prevede l’abbandono di stigma o negazione di soggetti lontani dai canoni sociali dominanti. Le campagne comunicative che li hanno marginalizzati, sono ora vincolate alla loro integrazione.
Torino e la nuova educazione pedagogica
La scuola è il primo ambito considerato dalla campagna. È proprio tra i banchi scuola che si annidano gli stereotipi più profondi e radicati.
La mozione scuola è entrata il vigore già il 2 di novembre, e prevede il rinnovamento della formazione pedagogica degli insegnanti. Educare alla parità di genere è la parola chiave. I bambini dovranno essere capaci di riconoscere un linguaggio sessista e discriminatorio, e di decostruire gli stereotipi. No all’abbinamento di giocattoli e colori maschili o femminili: è dal gioco che nasce l’esclusione.
Abbandonato anche l’antico mito del virilismo maschile e della passiva bellezza femminile. Sì a nuovi percorsi d’orientamento che seguano le inclinazioni dei ragazzi nella scelta dei percorsi scolastici. Ai giovani di domani verrà assegnato il compito di una democratizzazione della società, in nome della parità e dell’uguaglianza.
Elena Marullo