La giocatrice della Juventus Sara Gama è la nuova vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori. E’ la prima donna ad arrivare ad assumere tale carica. Un momento storico per il calcio femminile. Attenzione però a considerarlo un traguardo: è solo l’inizio
Sara Gama
Quattro campionati, due Coppe Italia, tre Supercoppe italiane, la fascia di capitano della Juventus e della Nazionale Italiana. Un palmares da grande del calcio. Ecco chi è Sara Gama. Eppure sino ad ora questo non sembra essere stato sufficiente a fare avere a Sara lo stesso riconoscimento di colleghi maschi che di talento e trofei ne hanno in bacheca la metà e ad abbattere definitivamente il maschilismo dannoso intrinseco al mondo del calcio con cui lei e le sue colleghe devono giornalmente fare i conti. Ecco allora che Sara, abituata a giocare in anticipo, come sui palloni che arrivano nella sua area di rigore, è pronta a fermare gli ostacoli e ripartire in contro piede: sarà lei la vicepresidente dell’AIC, l’associazione italiana calciatori.
L’Elezione
L’ufficialità dovrebbe arrivare domani, quando i 137 delegati ufficializzeranno il rinnovo del consiglio direttivo dell’Assocalciatori. Per la prima volta, anche il calcio femminile sarà rappresentato e rappresenterà la categoria. Un passo enorme nel dibattito che ormai da tempo vede le giocatrici denunciare l’enorme disparità di trattamento rispetto ai colleghi e chiedere a gran voce il pieno riconoscimento del loro ruolo di atlete professioniste
Un passo in avanti…
L’elezione a vicepresidente di Sara Gama rappresenta un passo ulteriore verso questa direzione, ma ancora tanto resta da fare. Nessuno si sogna di definire non atleta Federica Pellegrini è più famosa di tutti i suoi colleghi maschi, Valentina Vezzali è nella leggenda della scherma, gli appassionati di ginnastica rispettano Vanessa Ferrari, per anni Francesca Piccinini è stata il simbolo per gli appassionati di Pallavolo. Ma nel calcio…nel calcio no. Denigrato, sottovalutato, non riconosciuto come sport…anche quando le ragazze della Nazionale Italiana si giocavano un mondiale con i colleghi maschi a guardare dal divano. E quel che è peggio, a non riconoscere il valore di queste atlete è il calcio stesso, relegandole al ruolo di dilettanti senza il riconoscimento e la tutela dovuta ad atleti di Serie A.
Cosa fare?
Proprio la fortunata spedizione mondiale delle ragazze di Coach Bartolini ha fatto capire cosa serva a questo sport: con il sostegno della televisione e dei media, i nomi di Sara Gama, Alia Guagni, Cristiana Girelli sono diventati familiari e hanno appassionato chi sino a poco tempo prima non si era ancora avvicinato a questo sport. Voce, visibilità, possibilità di farsi conoscere e apprezzare. Essere riconosciute. Ecco cosa manca al calcio femminile. Ecco perché è importante che finalmente anche le donne siano rappresentate all’interno della categoria dei calciatori. Far vedere, conoscere, raccontare, capire le gesta sportive di cui sono capaci queste atlete e quanto possa essere appassionante il calcio femminile.
Beatrice Canzedda