Ieri la NASA ha dato notizia dell’inizio dell’era delle missioni spaziali commerciali con uomini a bordo. I privati sono nel business dello spazio da parecchio, ma il salto di qualità da chi poteva venire se non dalla SpaceX del visionario Elon Musk?
La collaborazione tra SpaceX e NASA non inizia da oggi, ma la missione partita alle 1:27 di ieri (ora italiana in Florida erano le 19:27 di domenica sera) dalla piattaforma di lancio 39a del Kennedy Space Center è niente meno che storica.
Lo scorso 2 maggio c’era stato un volo dimostrativo con due astronauti a bordo ma la missione SpaceX Crew-1 è tutt’altra cosa.
La NASA nel suo comunicato ci spiega che il fatto di essere il primo volo commerciale orbitale certificato NASA con uomini a bordo non è l’unico primato di questa missione.
SpaceX Crew-1 avendo a bordo Soichi Noguchi dell’agenzia spaziale giapponese (NASDA) è anche la prima missione spaziale con equipaggio internazionale a partire da suolo americano su un’astronave privata.
Con l’arrivo dei quattro astronauti, oltre a Noguchi ci sono il comandante Michael Hopkins, il pilota Victor Glover e la specialista di missione Shannon Walker, per la prima volta l’equipaggio per una missione di lunga durata della ISS arriva a 7 membri. Cioè in passato magari si erano trovate momentaneamente 7 persone sulla ISS perché un equipaggio era andato a dare il cambio, ma nei prossimi mesi ben 7 astronauti lavoreranno insieme sulla stazione spaziale internazionale.
La navicella Crew Dragon (che gli astronauti hanno rinominato Resilience cioè resilienza) può infatti restare in orbita almeno 210 giorni, questo era il requisito minimo richiesto dalla NASA alla SpaceX per avviare il programma congiunto di missioni spaziali commerciali con equipaggio umano.
Il comandante Hopkins e il suo equipaggio rimarranno in orbita sulla ISS per sei mesi, quindi ampiamente entro la capacita minima richiesta alla navicella.
Per quel che riguarda la scienza della missione come al solito gli astronauti condurranno vari esperimenti, tra i più rimarchevoli uno sulla crescita di cibo, uno per indagare l’effetto della microgravità sulla salute umana da cui si ricaveranno dati che saranno utili anche per la salute di tutti sulla Terra e infine lo studio di un metodo per rimuovere calore dalla prossima generazione di tute per attività extra-veicolari.
Per quel che riguarda le interazioni dei 4 della Crew dragon in questi sei mesi riceveranno diversi cargo automatizzati con attrezzature e rifornimenti, accoglieranno i colleghi russi della Soyuz e infine il prossimo equipaggio Crew dragon (NASA e SpaceX hanno programmato sei missioni), poi al termine dei sei mesi rientreranno nella propria navicella che si staccherà dalla stazione autonomamente (cioè senza bisogno di interventi da parte della ISS) e farà ritorno sulla Terra o meglio nell’oceano nel Golfo del Messico dove l’equipaggio sarà recuperato.
Roberto Todini