Hitler e Stalin entrano in un bar. Non è l’inizio di una barzelletta, ma qualcosa che potrebbe essere accaduto realmente nel 1913, quando i due futuri dittatori si trovavano entrambi a Vienna.
Cosa ci facevano Hitler e Stalin nella capitale dell’Impero Austro – Ungarico?
Hitler e Stalin a Vienna e la Mitteleuropa
Nel 1913 l’Impero Austro-Ungarico aveva circa 50 milioni di abitanti di numerose nazionalità. La capitale di questo impero multietnico, Vienna, era al centro della cosiddetta Mitteleuropa, una fucina di lingue e menti che diede vita a una produzione di altissimo livello in campo culturale.
Fu Friedrich Naumann il primo ad utilizzare questo termine nel 1915 come titolo di un saggio. Nell’opera, l’autore sosteneva l’importanza di un’egemonia politica, economica e culturale tedesca nell’Europa centro-orientale al termine della Prima Guerra Mondiale. Emerge con forza la “questione tedesca”, cioè la volontà di unificare politicamente ed economicamente la Germania e i popoli di lingua tedesca. Idea, questa, che sarebbe stata riproposta con forza da Adolf Hitler.
E a proposito di Hitler, era proprio nella Vienna mitteleuropea che si trovava nel 1913 il futuro dittatore.
Arte e antisemitismo
Hitler visitò per la prima volta Vienna nel 1906, all’età di 16 anni, per sostenere l’esame di ammissione all’Accademia di Belle Arti, senza successo.
Dopo la morte della madre nel 1907, Hitler tornò a Vienna dove sopravviveva con una pensione da orfano e lavorando saltuariamente come illustratore. Nella capitale dell’Impero Austro-Ungarico Hitler iniziò ad accostarsi all’antisemitismo: risale a quest’epoca la sua iscrizione alla “Lega antisemita” di Adolf Lanz.
Prima monaco e poi neopagano, Lanz sosteneva la superiorità della razza ariana, il cui compito era quello di sterminare i suoi nemici naturali: gli ebrei. Fu sempre Lanz che introdusse in Europa la svastica. Da simbolo indù legato al bene e alla vita eterna, essa divenne simbolo della superiorità della razza ariana. Insomma, è facile capire in che modo questa ideologia abbia influenzato il pensiero di Hitler.
Poesia e rivoluzione
Hitler lasciò la capitale austro-ungarica nella tarda primavera del 1913. Nel gennaio di quell’anno, pochi mesi prima della sua partenza, un’altra figura fece la sua comparsa. Si trattava del futuro leader dell’URSS, Iosif Vissarionovič Džugašvili, anche noto come Iosif Stalin. Al contrario di Hitler, Stalin era un ottimo studente ed era appassionato non di pittura, bensì di poesia (scriveva sotto il falso nome di Soselo).
Il giovane georgiano era entrato in contatto con il marxismo durante gli anni universitari e si era iscritto al Partito Socialdemocratico russo nel 1898. Da allora, aveva preso parte a numerose iniziative insurrezionali. Per sfuggire alla polizia zarista, Stalin si rifugiò a Vienna sotto il falso nome di Stavros Papadopoulos. Poteva in effetti passare benissimo per un greco, se crediamo alle parole di Lev Trotskij, anche lui esule nella capitale asburgica:
…la porta si aprì con un colpo ed entrò uno sconosciuto. Era basso, magro, la pelle grigiastra e butterata…non ho visto nulla nei suoi occhi che somigliasse alla cordialità.
Stalin restò a Vienna per circa un mese. In seguito la polizia zarista riuscì a catturarlo e ad internarlo in Siberia fino al 1917.
https://www.youtube.com/watch?v=FbMwd1CHMhI&ab_channel=guyjones
Un caffè con Hitler e Stalin
La domanda a questo punto è: nel periodo in cui Hitler e Stalin si trovarono a Vienna, potrebbero essersi incontrati? Premettendo che nulla di certo lo testimonia, è pur sempre possibile fare delle speculazioni e un’ipotesi in particolare ha un nome ben preciso. Si chiama Café Central, è una prestigiosa caffetteria viennese ed è ancora oggi attiva.
La cultura del caffè e delle discussioni nelle caffetterie era una parte importante della vita viennese: tutti andavano nei caffè. Il Café Central aprì nel 1876 e ben presto divenne un punto d’incontro per gli intellettuali della città. Era anche chiamato “università degli scacchi”, poiché molti dei suoi avventori amavano sfidarsi a scacchi al primo piano della caffetteria. Due habitués del Cafè Central erano proprio lo spiantato Hitler e l’esule Trotskij. E chissà, nel gennaio del 1913 questi potrebbe aver condotto con sé il compagno Stalin.
L’Impero Austro-Ungarico si avviava inconsapevolmente verso il tramonto e anche Hitler e Stalin conducevano le loro vite ancora ignari dell’enorme ruolo che ben presto avrebbero interpretato sulla scena internazionale.
Rachele Colasanti