Ormai da quattro mesi il movimento “Bad students” della Thailandia protesta nelle piazze di Bangkok chiedendo la riforma del sistema scolastico e ora ha finalmente ottenuto i primi risultati positivi.
Il Ministero dell’Istruzione ha infatti annunciato di aver modificato alcune norme riguardanti il codice di abbigliamento e il taglio di capelli per gli studenti. Le proteste hanno visto centinaia di studenti condurre manifestazioni nelle scuole di tutto il Paese.
Il movimento “Bad Students” vuole la libertà
I “cattivi studenti” sono un gruppo di liceali tra i 13 e i 17 anni che hanno ispirato centinaia di thailandesi ancora più giovani ad esprimere il loro dissenso per un sistema educativo oppressivo, privo di fantasia e abusante.
Si definiscono ironicamente “Bad Students” perché non si sentono affatto miti e sottomessi come il governo vuole che siano gli “studenti ideali”.
Il gruppo di coraggiosi ragazzi indossa simbolici nastri bianchi e imita il saluto con tre dita del film “The Hunger Games”. Insieme hanno deciso di assentarsi dalla scuola e di scendere in piazza per trasmettere un messaggio: “La nostra prima dittatura è a scuola “. Questa frase è ormai diventata virale sui social media.
Per gli studenti thailandesi il nastro bianco è simbolo di regole rigide. Le ragazze sono obbligate ad usarlo per legare i capelli che non possono tenere sciolti. Ma per il movimento “Bad Students” ora ha un altro significato: il nastro bianco rappresenta la libertà.
Nelle manifestazioni hanno chiesto che il sistema educativo fosse radicalmente modificato e le dimissioni del Ministro dell’Istruzione qualora non fosse stato in grado di apportare i cambiamenti richiesti.
“I “Bad students” hanno tre richieste: smettere di molestare gli studenti, revocare regole obsolete e riformare il sistema educativo”. Cosi ha detto Benjamapon Niwas, una studentessa di una scuola di Bangkok.
I membri del gruppo studentesco sostengono le proteste a favore della democrazia. Vorrebbero esprimersi liberamente e senza il timore di punizioni corporali. Apprezzerebbero un programma formativo che non li trasformasse in robot. Vorrebbero poter portare i capelli lunghi senza l’umiliazione pubblica di farseli tagliare con la forza dagli insegnanti.
“Gli adulti dovrebbero sapere che anche i giovani come noi possono chiedere la democrazia. Non si tratta di età, è dovere di tutti “, ha detto un altro studente.
Il programma scolastico nazionale è ritenuto ormai obsoleto e il modo di insegnamento non incoraggia la creatività e il pensiero indipendente. E’ basato sulla quantità di ore trascorse a scuola piuttosto che sulla qualità.
Il 5 settembre “Bad Students” si è riunito per un dibattito tra il suo rappresentante e il ministro dell’Istruzione Nataphol, che ha promesso di attuare alcuni dei cambiamenti richiesti.
Il Ministro dell’Istruzione ha ascoltato le richieste dei ragazzi
“Sto ascoltando tutti coloro che vogliono migliorare il sistema educativo. È mio dovere “Ci sono alcune richieste che penso siano ragionevoli. Stiamo cercando di risolvere i problemi. Il giorno in cui non potrò essere utile al paese o al sistema educativo, mi dimetterò “- ha detto il Ministro Nataphol poco dopo l’inizio delle proteste.
Sotto la pressione del movimento studentesco il Ministro si è dato da fare e per i “Bad Students” finalmente è arrivata qualche buona notizia .
Ci sarà più libertà per quanto riguarda l’abbigliamento, le acconciature e l’identità di genere. Rimane proibito però portare barba e baffi. Inoltre ci saranno maggiori controlli sulle pene subite dagli studenti che non rispettano le regole. Non dovranno violare i diritti umani degli studenti, soprattutto saranno vietati gli atti di violenza come le punizioni corporali.
Il primo passo verso una scuola più libera è stato fatto, ma ancora nessuna data è stata annunciata su quando le nuove linee guida entreranno in vigore. Per i “Bad Students” è però già un grande risultato.
Silvia Mulas