Lo scorso 13 ottobre Arzoo Raja, ragazza cristiana di 13 anni, è stata prelevata a forza dalla sua abitazione a Karachi (Pakistan) dal suo vicino di casa, Ali Azhar, costretta a convertirsi all’islam e a sposarsi.
Una sentenza inaccettabile
Nonostante le proteste della famiglia, che chiedeva la liberazione della figlia, l’Alta corte del Sindh (la più alta istituzione giudiziari della provincia pakistana del Sindh) il 28 ottobre si è espressa a favore del suo rapitore, il quale aveva precedentemente dichiarato che la ragazza aveva 18 anni e che aveva agito di sua spontanea volontà. Durante il processo i genitori non hanno potuto parlare con la figlia, né vederla.
Nei giorni successivi associazioni cristiane, attivisti per i diritti dei minori e delle donne hanno fatto sentire la loro voce, chiedendo la liberazione di Arzoo Raja.
Che succederà alla ragazza?
Le ultime notizie riguardo la vicenda della piccola Arzoo Raja sono positive. Sembra infatti che la Corte abbia deciso di rivedere il caso, dopo essersi accertata della vera età della ragazza. Sicuramente la Corte è giunta a questa decisione grazie al rumore mediatico che ha fatto la notizia. L’opinione pubblica in questi giorni si è più volte schiarata dalla parte della famiglia della ragazza, gridando giustizia. Al momento Arzoo Raja dovrebbe trovarsi in una casa sicura, lontana dal suo rapitore.
Le spose bambine
Il Pakistan è uno dei paesi che ha il più alto numero di spose bambine al mondo. Sebbene la legge pakistana riguardo ai matrimoni vieti alle donne di sposarsi prima dei 18 anni, l’Islam prevede il matrimonio anche in tenera età.
Esiste un’antitesi, tra quella che è la Costituzione pakistana, che stabilisce che uomo e donna abbiano pari diritti, e quello che in realtà accade. I diritti femminili sono calpestati da uomini che vedono nella donna nient’altro che una merce di scambio.
“Grandi” abbastanza per sposarsi, troppo “donne” per decidere
In paesi come il Pakistan, è possibile trovare spose a partire dai dieci anni. Sono gli uomini della famiglia a decidere: quando il padre e il futuro marito si sono accordati il gioco è fatto. Tutto ciò non dovrebbe essere permesso. I matrimoni combinati non dovrebbero esistere, le bambine (come qualsiasi altra persona) non dovrebbero essere costrette a sposarsi.
Per quanto tempo ancora i minori dovranno sopportare queste violenze in attesa che il governo pakistano prenda seri provvedimenti per un problema che affligge in modo così profondo il paese?
Sfortunatamente non è un caso isolato
Secondo l’UNICEF all’anno sono 12 milioni le bambine vittime di matrimoni precoci. La storia di Arzoo Raja è quella di Maira Shahbaz e di Huma Younas, di un paese che ha evidenti lacune legali, ma soprattutto umane. Non vengono tutelate le minoranze religiose, i minori, le donne. Troppo spesso si sentono queste storie. Alcune non hanno un risvolto positivo, chissà di quante non sappiamo neanche l’esistenza. Restano ragazze senza nome, che vivono una vita che qualcuno ha scelto per loro.
Ginevra Dinami