L’Italia è un paese di poeti e bellezze naturali.
Molti scrittori hanno reso celebri, con le loro opere, i panorami di diverse regioni.
Indimenticabili sono le descrizioni del lago di Como di Manzoni, dei cipressi di Carducci o dei panorami siciliani di Verga.
Stanislao Nievo, pronipote di Ippolito, fu poeta, scrittore e giornalista vincitore di prestigiosi premi tra cui il Campiello, lo Strega e il Montale; era un amante della natura nei cui confronti percepiva grande rispetto. Fu anche tra i soci fondatori del W.W.F.
Il connubio tra natura e letteratura lo portò a istituire, nel 1992, l’originale progetto dei Parchi Letterari con cui si cerca di valorizzare i territori resi immortali dai versi di autori famosi.
Gli ambienti che hanno ispirato la loro creatività vengono fatti conoscere assieme alle tradizioni del luogo.
Il visitatore rivive suggestioni ed emozioni all’origine delle opere letterarie ricevendo l’opportunità di incontrare la cultura e la storia locale attraverso itinerari poco frequentati ma affascinanti.
Ecco dunque in Lombardia il Parco Alessandro Manzoni, nel Lazio il Parco Pasolini, in Sardegna il Parco Deledda, in Sicilia il Parco Verga, in Toscana il Parco Carducci mentre in Veneto il Parco Petrarca.
In Abruzzo invece esiste il Parco Gabriele d’Annunzio, situato nei pressi del piccolo centro di Anversa: il poeta aveva ambientato nel castello normanno la tragedia “La fiaccola sotto il moggio”.
Da qui era passato anche l’enigmatico Maurits Escher che, oltre ad Anversa, aveva raffigurato nelle sue litografie i borghi di Opi, Scanno e Castrovalva.
Il paese si trova ai bordi delle Gole del Sagittario, scavate dal fiume omonimo nel corso dei secoli in rocce calcaree che hanno originato suggestivi canyon.
Nella Valle del Sagittario un giovane d’Annunzio aveva compiuto un’avventurosa gita a cavallo. Qui sgorgano anche le sorgenti del Cavuto, ricche di proprietà terapeutiche.
E’ un luogo in cui natura, architettura e cultura si compenetrano consentendo, a chi dispone di strumenti espressivi, di dar vita a produzioni artistiche come accaduto a Escher e d’Annunzio.
La bellezza di un libro e la bravura di un autore riescono a portare nella stanza del lettore un mondo fantastico, ricreando l’atmosfera e i luoghi descritti.
Leggere il testo immersi in un ambiente naturale è però estremamente affascinante: il rumore del vento, lo stormire delle foglie, il profumo delle erbe e delle piante, i suoni prodotti dagli animali rendono le parole ancor più suggestive e penetranti.
Alcune volte è la particolare predisposizione dell’autore a fargli cogliere particolari unici e sentimenti intensi: non sono gli oggetti o gli edifici in sé a suggerire sensazioni ma i ricordi delle sue esperienze che lo portano a descriverli in maniera incisiva.
Di sicuro visitare gli ambienti che hanno ispirato un’opera famosa costituisce un modo originale di viaggiare e uno stimolo a prendere in mano testi che fanno parte della nostra letteratura.
Il 29 maggio scorso il Parco Letterario Gabriele d’Annunzio, in occasione della giornata delle Oasi del W.W.F., ha organizzato presso le sorgenti del Cavuto un Little Free Library destinato al baratto-libro. Chiunque ne avesse portato uno poteva prenderne un altro in cambio.
C’è un cartello in un punto accanto al torrente Sagittario che ricorda un verso di d’Annunzio: “E’ bello il Sagittario, sai? Si rompe e schiuma, giù per i macigni, mugghia, trascina i tronchi, tetti di capanne, zagole (…). E’ bello sai?…” e conclude con l’invito a sedersi e ascoltare la voce del fiume.
In questa società frenetica in cui si corre immersi nei rumori del traffico e della città, fermarsi ad ascoltare lo scorrere di acque schiumanti è un’occasione da cogliere per ripulire l’animo. Così come sedersi e leggere un libro.
Rallentare sintonizzandosi con i ritmi naturali è una medicina potente perché consente di prestare attenzione ai segnali lanciati dal corpo che non sempre udiamo, sovrastati dalla frenesia quotidiana o dall’attrazione dei rapporti virtuali creati dai social network.
Leggere un libro in mezzo alla natura nutre la mente, permettendo di elaborare idee e di crogiolarsi in sensazioni appaganti, ritrovando l’autentico ritmo personale.
Paola Iotti