Le macerie prodotte dall’esplosione in Libano si fondono insieme e sorge la Statua della Libertà, costruita a Beirut in ricordo delle vittime
4 agosto 2020, ore 18:06. Un’immensa nube di fumo avvolge il Porto di Beirut in seguito all’esplosione di un carico di quasi 3000 tonnellate di nitrato di ammonio. 220 morti e migliaia tra feriti e sfollati ne sono stati vittima e il Libano si cala nel lutto nazionale. Oggi, a pochi mesi dalla catastrofe, è possibile ammirare la Statua della Libertà, costruita proprio nei pressi del Porto di Beirut. Nata dai vetri rotti, le macerie e i detriti prodotti da una deflagrazione che avrebbe potuto essere evitata anni prima. Infatti, il carico altamente esplosivo si trovava senza misure di sicurezza presso l’hangar 12 del porto dal 2014, anno in cui il governo libanese lo confiscò alla Russia.
La Statua della Libertà costruita a Beirut, proprio in un periodo difficile come quello che il Libano sta attraversando, può essere doppiamente simbolica. Da un lato commemora le vittime innocenti di una negligenza del governo, troppo impegnato in una corsa verso il potere, dall’alto trasuda il desiderio di libertà da una classe politica ritenuta responsabile della grave crisi economica.
Il monumento
L’opera che sorge sul punto dell’esplosione è stata realizzata dall’artista libanese Hayat Nazer. Rappresenta una figura femminile che brandisce una spada, con ai suoi piedi un grande orologio che segna le ore 18:06, l’ora della tragedia.
La scultura è stata interamente realizzata con vetro, calcinacci, detriti, tutti provenienti dall’esplosione e impossibili da smaltire. La colossale figura di donna ricorda tanto la Libertà Che Guida il Popolo, olio su tela di Eugène Delacroix, dipinto nel 1830 ed esposto al Louvre. Nel caso della Statua della Libertà appena costruita a Beirut, al posto dei cadaveri della Rivoluzione Francese c’è il ricordo inossidabile delle vittime della deflagrazione che può essere interpretata come il culmine di una nazione finita in malora. Il monumento si erge sulle vittime della guerra civile, dell’epidemia Covid-19 che ha portato all’esaurimento il sistema sanitario già precedentemente compromesso e della crisi economica.
L’opera nel primo anniversario della nascita del movimento antigovernativo
La Statua della Libertà costruita a Beirut sorge in tutta la sua maestosità dall’insieme di questo malumore, di cui le macerie della stage del 4 agosto ne sono uno dei tanti simboli. E poprio come il monumento sorge dai rottami, puntando la sua spada contro la corruzione politica, il popolo vuole e può rialzarsi. Non a caso l’opera nasce nello stesso mese in cui un anno fa si accendeva la rivolta popolare del movimento di protesta antigovernativa. Esso è scattato a causa dell’incapacità del governo di trovare soluzioni a una crisi economica che si è profilata nell’ultimo anno. E che ha portato alle dimissioni l’ex Primo Ministro Saad Hariri.
Tuttavia nemmeno il nuovo governo sembra rispondere positivamente nemmeno dopo la tragica esplosione. La corruzione continua a dominare come ai tempi di Delacroix e il popolo continua a insorgere sperando, un giorno, di potersi rialzare con la stessa forza della loro Statua Della Libertà.
Silvia Zingale