Le barriere coralline sono importantissime formazioni rocciose sedimentate nel mare, attorno alle quali, nel corso dei secoli, si sono sviluppate centinaia e centinaia di specie. Sono i principali agglomerati di biodiversità marina, una grande risorse per i ricercatori e tutto l’ecosistema.
Il riscaldamento globale e i disastri ambientali che si sono susseguiti hanno gravemente danneggiato la flora e la fauna ittica. La “Grande Barriera Corallina” ha perso negli anni fino al 50% dei coralli presenti, i biologi parlano di danni irreversibili. Per poter far fronte a ciò, dall’Oriente giunge una risposta, che potrebbe aiutare a far fronte a questo problema.
La Barriera corallina e la stampa 3D
Giunge in soccorso un team di ricercatori dell’Università di Hong Kong. La ricerca nasce da anni di studi approfonditi sulle barriere coralline nel parco marino di Hoi Ha Wan. Essi hanno osservato, lungo tutta la costa, come il corallo, elemento essenziale per la vita in acqua, stia pian piano scomparendo. Nel 2018 una tempesta ha messo a repentaglio quasi l’80% delle specie.
L’idea della stampa 3D nasce grazie alla collaborazione con “Robotic Fabrication Lab” e consiste nella realizzazione una copertura sul fondale, simile a delle piastrelle, che permetta ai coralli superstiti di attaccarsi e proteggersi. Inoltre verranno inseriti dei nuovi coralli, in modo da ripopolare lentamente il grande blu.
Solitamente il corallo impiega molto tempo ad attaccarsi al fondale marino. La terracotta, il materiale impiegato per la stampa, riduce questo processo e, nel momento in cui dovesse iniziare a deteriorarsi, non inquinerà il mare (si parla comunque di decenni). Questo metodo permetterà, col tempo, di reinserire in habitat diversi specie di coralli col tempo scomparse.
Da come si intuisce si parla di un processo dilatato nel tempo, ma il risultato più auspicabile è quello di rivedere un giorno un mare ripopolato di tutta la sua bellezza.
Ricostruzione della barriera: anche un italiano
Tra le tante idee proposte per ripopolare il fondale marino vi è anche quella di Enrico Dini con la sua D-Shape, una stampante 3D molto particolare. L’idea sarebbe quella di stampare delle vere e proprie barriere artificiali, usando sabbia e un collante naturale.