E’ notte e ti ritrovi a camminare tra palazzi e grattacieli, intrecciando il tuo percorso tra la vecchia e la nuova Milano, nella perduta percezione di ciò che ti circonda, abituato a ripercorrere le stesse strade, annoiato dalla routine quotidiana, portato a coglierne solo i difetti.
Una peculiarità tutta umana: perdere di vista l’essenziale, l’orgoglio di chi nega cosa fa battere il cuore, troppo preso da distrazioni superflue.
La differenza, tuttavia, è una sensazione distante da sé e dal tempo, colta in un momento qualunque, tra una miriade di attimi che magari ti fanno anche star bene, ma che in cuor tuo non sono “la stessa cosa”.
La differenza, come l’amore, salta il tempo.
Eppure, quando una sera di inizio estate ripercorri quello che il tuo sguardo aveva perso di vista e, passo dopo passo, con nuovi occhi, ti rendi conto di ciò che realmente hai di fronte, le sensazioni si amplificano, i sentimenti si aprono e la meraviglia ti da un sollievo fatto di percezioni semplici e forse per questo belle: un gettito d’amore e d’immenso che rompe il vuoto momentaneo per farti immergere in una moltitudine di emozioni che ti portano a cogliere ciò che ti circonda, un sogno da vivere ad occhi aperti.
Ed è una sinfonia per l’anima che si scioglie, finalmente leggera, dilapidata in uno sguardo che non sempre racconta ciò che realmente crediamo, perché le emozioni sono un frontespizio difficile da cogliere, anche nella più assoluta intimità, persino per noi stessi, talvolta.
Nella frenesia dei vocii, vicini e distanti, quel sentimento infuso da una calda sera d’inizio estate ti rende il visionario della riscoperta di una profondità stabile e linearmente legata a ciò che ti circonda.
Ciò che manca è nullo, i difetti si azzerano: comprendi che Milano è una città da cogliere al volo, un carpe diem donato dall’ebbrezza di un istante, la carezza del vento sui capelli, quel vento che solo in Piazza Gae Aulenti ti può coccolare, in una città vuota di aria, pregna di emozioni vive.
Milano è una passeggiata lungo Corso Como in piena notte, con le immancabili cuffie all’orecchio che ti trascinano nello stato trascendentale della colonna sonora che stai hai designato per quell’esatto istante.
Milano è il rallenty nelle gesta di un ubriaco in piena notte.
Milano è il rewind dei pensieri, il mainstream dei passanti e, al contempo, l’ambigua diversità degli stessi.
Milano è una scoperta, un cielo pieno di stelle, guardato nella prospettiva di chi ha lo sguardo sempre volto all’orizzonte.
E così inizia il sogno di una notte d’inizio estate, fra le stelle e i grattacieli, dai 231 metri della Torre dell’Unicredit alla Torre Diamante, l’arcobaleno notturno milanese, attraverso il Bosco Verticale e il percorso che da lì, passando per Corso Garibaldi e Brera si snoda verso il centro.
Conclusa Via Broletto, tra un semaforo lampeggiante e un tram intento a passare, un sussulto.
Piazza Cordusio è un festival di luci colto alla sprovvista, che si dilunga su Via Dei Mercanti, fino ad accoglierti in Piazza Duomo.
Qui la descrizione peccherebbe in ogni caso, perché Piazza Duomo non è la semplice proiezione di una cattedrale su uno spazio grandioso. Parte Midnight dei Coldplay, e seguendo le linee che innalzano verso il cielo percepisci che quella notte d’inizio estate è un tremolio soave, capace di far vibrare ogni singola particella del tuo corpo.
Ti fermi, guardi, in particolar modo ti soffermi su due ragazzi, una bici e un bacio solenne e pensi che nessuna città in fondo ti potrebbe regalare uno spettacolo simile, diramandosi per tante sfaccettature così diverse, eppure così simili, che hanno la virtù di combinarsi in maniera così vivida da farti sentire parte di uno spettacolo che va oltre i limiti dell’immaginabile.
Prosegui, a malincuore, passando per Piazza Fontana, toccando gli Archi dell’Università degli Studi, oltrepassando il vicolo dove alla tua sinistra trovi l’insegna dell’Osteria La Pergola, che chissà perché, ogni volta che passi da lì, ti fermi a guardare, sboccando così su Corso di Porta Romana e sai che le emozioni di questa notte non sono finite.
E’ il momento in cui ti ritrovi al cospetto di Porta Romana e alle Terme sul fianco destro che sai che il tuo percorso sta per terminare, ma è stato il più bello fatto fin’ora e allora, nel vedere finire quel sogno, pensi che la tua estate è iniziata a partire da un percorso che ti ha portato a guardare con occhi nuovi solo una parte di quella che è casa tua, una parte di una realtà eterogenea e assurdamente bella.
Sul balcone, respirando l’aria stellata, ammirando una luna nascente e guardando un aereo in via d’atterraggio pensi che non è la semplice Milano da bere.
E’ la Milano da vivere.
E’ un sogno di una notte d’inizio estate.
Di Ilaria Piromalli