L’ex presidente Evo Morales non potrà candidarsi per le prossime elezioni in Bolivia.
Pochi giorni fa c’è stata la definitiva sentenza della Corte Dipartimentale di Giustizia contro Evo Morales. L’ex presidente non potrà candidarsi alle prossime elezioni in Bolivia previste per il 18 ottobre. Morales, attualmente rifugiato politico in Argentina, aveva dovuto abbandonare la propria carica a seguito del golpe organizzato in occasione delle precedenti elezioni del 20 ottobre 2019. Il magistrato Alfredo Jaimes Terrazas ha confermato la decisione della squalifica alle prossime elezioni in Bolivia per Evo Morales. L’ex presidente, secondo la decisione della Camera, non avrebbe rispettato il requisito di residenza permanente. La difesa ha presentato però ricorso alla Corte Costituzionale visto che Morales ha rispettato il periodo minimo di due anni di residenza prima delle elezioni. Non solo: l’esilio, in quanto forzato, non può pesare sulla candidatura alle prossime elezioni, spiega il MAS, il partito di Evo Morales.
Proteste del popolo contro la crisi di fine pandemia
Intanto i lavoratori e le popolazioni indigene incrociano le braccia per la crisi che sta colpendo il paese. I licenziamenti di massa hanno cominciato a farsi sentire dopo il lockdown. Il Covid-19 ha messo in ginocchio il popolo boliviano, l’assistenza medica è quasi del tutto inesistente soprattutto per lo strato più povero della popolazione, molti di questi sono indigeni. Ma le continue proteste contro la malagestione della pandemia sono state spesso soffocate con la repressione. All’ultimatum dei movimenti sociali per la richiesta di immediate elezioni, il governo del Tribunal Supremo Electoral (TSE) ha risposto dando precise istruzioni alla polizia.
Jeanine Anez annuncia la data del 18 ottobre, ma ci sono ancora troppi dubbi
Jeanine Anez, incaricata presidente ad interim del nuovo governo, ha continuato a posticipare la data delle elezioni in Bolivia spesso per ragioni incerte. Ora la data sembra essere quella del 18 ottobre, ma la governatrice ha già annunciato un nuovo picco nella zona di Cochabamba (dove risiede anche Evo Morales) proprio nel mese di ottobre. Il TSE ha comunque sancito la squalifica di Morales, in vetta ai sondaggi già a febbraio. Scenario simile in Ecuador, dove le elezioni richieste a gran voce dalla popolazione sono previste per il prossimo anno. Rafael Correa, in esilio in Belgio, non potrà candidarsi perchè condannato per corruzione. La vittoria dell’attuale presidente Lenin Moreno sembra ormai certa.
Il mosaico delle prossime elezioni sembra più incerto che mai. Ma il popolo paga a sue spese la crisi di fine pandemia. Su questo filo sottile, tra il destino della popolazione e la crisi di consenso, i governi sud-americani si giocano la loro partita.
Valerio Caccavale