La notizia arriva dall’Università della California a Santa Cruz, è stata realizzata una cronologia del clima terrestre degli ultimi 66 milioni di anni. La ricerca è stata pubblicata su Science.
Al solito prendiamo un tema che se approfondito sarebbe complesso e spieghiamo dove sta la novità: non nel fatto che le variazioni climatiche su lunga scala temporale siano legate alle variazioni dell’orbita terrestre, lo sappiamo da anni.
Il professor James Zachos, l’autore anziano dello studio (l’autore principale è Thomas Westerhold che ha collaborato con lui per anni all’Università di Brema), già nel 2001 diresse uno studio analogo relativo a un periodo di 5 milioni di anni, il periodo di passaggio tra Oligocene e Miocene (25 milioni di anni fa).
Quello che questa lunga cronologia permette è mettere tutte le variazioni di temperatura in un contesto più ampio e di cogliere il “ritmo” del clima, cioè man mano che veniva ricostruita la cronologia e si osservavano “facilmente” i grandi cambiamenti climatici gli scienziati sapevano che ci dovevano essere anche delle variazioni su scala più fine legate alle variazioni dell’orbita e sono riusciti ad intercettarle.
Come è stato svolto lo studio sulla cronologia del clima terrestre
La fonte dei dati sul clima sono stati i sedimenti sottomarini che conservano le conchiglie microscopiche di un tipo di plancton chiamati foraminiferi. Ampi campioni di questi sedimenti sono disponibili grazie a vari progetti internazionali come l’Ocean Drilling Program (ODP) poi evoluto nell’Integrated Ocean Drilling Program (IODP) e successivamente nel 2013 dall’International Ocean Discovery Program.
Il lavoro svolto dai ricercatori è stato soprattutto un lavoro di pazienza e fatica che non esitano a definire tedioso, essenzialmente disporre cronologicamente i dati sui sedimenti e poi metterli in relazione con le variazioni dell’orbita terrestre. Ma quello che hanno ottenuto non è tanto una scoperta, quanto uno strumento che sarà utile a scienziati di varie discipline.
Ad esempio sapere che l’uomo si è evoluto in un periodo freddo, gli ultimi tre milioni di anni sono tra i più freddi dell’arco di tempo considerato, un susseguirsi di ere glaciali e inter-glaciali. mette in contesto le rapide variazioni di origine antropica a cui stiamo andando incontro, nel 2300 la Terra potrebbe raggiungere una temperatura che non si vede sul pianeta dalla fine del’Eocene (34 milioni di anni fa), l’Eocene è stato il periodo geologico più caldo nell’arco di tempo preso in esame, nella sua fase iniziale la temperatura media era tra i 9° e i 14° superiore a quella attuale.
Un’altra cosa scoperta è che le grandi variazioni climatiche sono legate a variazioni dei gas serra nell’atmosfera, cioè, la causa ultima possono essere le variazioni dell’orbita ma si esprimono tramite la variazione di gas serra nell’atmosfera e nel contributo di rifrazione o meno dell’energia solare dato dalle calotte polari (nell’Eocene non ve ne erano).
Ma non esistono solo le previsioni climatiche, questo strumento potrà essere utile anche a chi studia l’evoluzione umana.
Roberto Todini