Con il termine spazzatura spaziale si indica una miriade di piccoli oggetti, lascito di cinquant’anni di missioni spaziali, che orbitano attorno alla Terra.
Questi oggetti di piccole e medie dimensioni non sono un pericolo per noi, se dovessero decadere dalla loro orbita brucerebbero al rientro nell’atmosfera, ma essendo dei proiettili che girano attorno alla Terra a velocità altissime (anche 36000 km/h) ed essendocene più di 7000 tonnellate, il rischio di impatti con satelliti e veicoli spaziali è reale e può avere effetti devastanti.
Lì dove c’è in gioco l’incolumità umana come nella ISS si sono rinforzate delle parti, ma il pericolo resta altissimo per le attività extra veicolari. Incidenti se ne sono già verificati, la brutta esperienza è occorsa al satellite francese Cerise nel 1996, il 24 luglio 1996 ci fu una collisione tra il piccolo satellite francese CERISE e un detrito non più grande di una valigetta, prodotto 10 anni prima dall’esplosione accidentale di uno stadio dell’Arianne. Impressionante nella fotografia il foro di entrata nel pannello del radiatore dello Space Shuttle Endeavour causato da detriti spaziali durante la missione STS-118.
Spazzatura spaziale, l’idea dello spazzino.
Stabilito che quella della spazzatura spaziale è un’emergenza reale per chi opera nello spazio, qualcuno ha cominciato a chiedersi se non si potesse fare qualcosa, allo space center dell’università del Surrey si sono chiesti se fosse fattibile creare un vero satellite spazzino.
La commissione Europea, a dimostrazione di quanto sia ritenuto serio il problema, si è subito interessata e ha parzialmente finanziato il progetto a cui si sono uniti altri partner di primaria importanza come Airbus.
Comunque per essere una missione spaziale si tratta di un progetto a basso costo (11.730.796 euro di costo totale di cui 6.999.867 finanziati dalla UE, secondo i dati che si trovano disponibili online sul sito ufficiale) almeno in questa fase iniziale il cui unico scopo è sondarne la fattibilità.
Cosa farà il satellite sperimentale
Come detto la prima missione è esplorativa uno studio di fattibilità per stabilire se è possibile e qual’è il modo più efficace per farlo, il satellite porterà in orbita la spazzatura su cui effettuare la prova ed effettuerà vari esperimenti utilizzando metodologie diverse.
Nel primo esperimento dal satellite si staccherà un piccolo cubo che arrivato a una certa distanza gonfierà un pallone fino alla dimensione di circa 7 metri di diametro, a quel punto verrà sparata un rete (sviluppata proprio da Airbus) che tenterà il recupero del piccolo cubo con attaccato il pallone).
Un altro esperimento prevede invece l’utilizzo di due camere stereoscopiche per tracciare e procedere ad avvicinamento e recupero di un altro di questi piccoli satelliti a forma di cubo che svolgono la funzione di detriti spaziali.
Il terzo esperimento utilizza un arpione lungo un metro e mezzo che va a colpire un bersaglio di 10×10 cm, un meccanismo che scatta dopo che l’arpione ha agganciato il bersaglio assicura che l’oggetto non scivoli via.
Il quarto ed ultimo esperimento coinvolge il satellite stesso, riguarda lo spiegamento di una vela che lo farà decelerare e decadere più velocemente verso l’atmosfera terrestre dove brucerà.
La missione RemoveDebris dovrebbe partire a inizio 2017, il satellite verrà portato sulla ISS e lanciato da lì.
Roberto Todini