Mentre in molti sognano di trascorrere una vacanza nello spazio, gli astrofisici sono impegnati a trovare la risposta a una domanda fondamentale: come finirà l’Universo?
In una recente intervista rilasciata a un podcast americano, la dottoressa Katie Mack, cosmologa teorica e assistente professore presso la North Carolina State University, ha illustrato cinque diverse teorie. Queste dimostrano come lo spazio potrebbe concludere la sua esistenza.
Niente è eterno neanche l’Universo
Per molto tempo gli scienziati, incluso Albert Einstein, hanno pensato che l’Universo fosse statico e infinito, ma gli astrofisici moderni hanno dimostrato il contrario. A partire dal Big Bang 13,8 miliardi di anni fa lo spazio ha iniziato ad espandersi ad un ritmo accelerato ma gli esperti sono certi che questo prima o poi dovrà finire.
L’astrofisica Katie Mack (fan di Stephen Hawking e appassionata di “buchi neri”) sottolinea quanto sia importante comprendere che anche la Terra fa parte dell’Universo. E quando questo finirà a tutti toccherà la stessa sorte.
“Riconoscere l’impermanenza dell’esistenza è in un certo senso liberatorio . Molti aspetti della vita moderna sono progettati per convincerci che siamo totalmente al sicuro e che abbiamo il controllo di tutto ciò che ci circonda. Ma questo non è assolutamente vero, perché prima o poi tutto morirà.”
Ha affermato la cosmologa durante l’intervista. Dunque come finirà l’universo?
Gli ipotetici scenari della fine dell’universo
Secondo Katie Mack esistono cinque ipotesi più o meno plausibili sulla fine dell’universo.
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“Big Crunch”
Nello scenario del Big Crunch lo spazio a un certo punto invertirà il processo di espansione e inizierà a contrarsi e restringersi. La gravità potrebbe diventare la forza dominante così stelle, pianeti e intere galassie entrerebbero in collisione tra loro. Tutto ciò finché lo stesso Universo collasserebbe su se stesso creando condizioni simili al brodo primordiale.
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“Morte termica”
Il secondo apocalittico scenario di cui parla la scienziata è la “morte termica”, conosciuta anche come “Big Chill” o “Big Freeze“. La continua espansione dell’Universo tende a far allontanare tutto ciò che si trova nello spazio. Si arriverà a un punto in cui le galassie saranno talmente lontane che la loro luce non raggiungerà più quelle vicine e tutto sarà avvolto dall’oscurità. Le stelle bruceranno e i buchi neri ingoieranno la materia e le particelle microscopiche fino a che non ci sarà più luce né produzione di energia. L’Universo raggiungerà così una temperatura prossima allo zero assoluto trasformandosi in un’oscura vastità vuota in cui nulla può avvenire.
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“Big Rip”
La teoria del “Big Rip” o “Grande Strappo” si basa sulla presenza di energia oscura nell’Universo, responsabile della spinta all’espansione. Se questa dovesse diventare più forte della forza di gravità, potrebbe creare un vero e proprio “strappo” nello spazio e le galassie verrebbero interamente disgregate… E noi insieme a loro.
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“Decadimento del vuoto”
Per la Dr.ssa Mack ”appassionata del dramma” questa pare l’ipotesi più accreditata. La teoria si basa sull’idea che l’Universo nel quale viviamo non sia del tutto stabile e che il vuoto sia in realtà “falso”. Quando si hanno delle collisioni a energie molto elevate, le leggi della fisica subiscono piccole variazioni. Una semplice perturbazione cosmica potrebbe creare, nel punto in cui si verifica, una “bolla” di un nuovo stato di falso vuoto dell’Universo. Questa bolla si espanderebbe a una velocità prossima a quella della luce distruggendo tutto ciò che incontra.
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Il “Grande rimbalzo”
Chiamato anche “Big Bounce” il grande rimbalzo si basa sulla teoria di un Universo oscillante in cui si alternano “Big Crunch” e “Big Bang”. Questa combinazione porterebbe a un ciclo infinito di morte-rinascita, condannando tutti all’eternità della ripetizione.
Questi sono i cinque scenari apocalittici dipinti dalla cosmologa teorica su come finirà l’Universo, a cui è stata posta un’altra domanda altrettanto importante: quando avverrà l’atto finale?
Katie Mack ormai famosa sul web come “AstroKatie” afferma che nessun cosmologo è in grado di rispondere a questa domanda, ma se la teoria del decadimento del vuoto dovesse essere quella giusta, la fine dei giochi potrebbe avvenire in qualsiasi momento.
Davanti a queste riflessioni apparentemente inquietanti e consapevoli dell’incertezza del nostro futuro forse si potrebbe trarre una lezione positiva: imparare a vivere ogni istante come se fosse l’ultimo.
Silvia Mulas