Il vaccino russo contro il covid-19 batte gli avversari con largo anticipo, ma non si è attenuto al modello classico di sviluppo.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’Istituto di Ricerca Epidemiologica e Microbiologica Gamaleya di Mosca ha registrato il primo vaccino efficace contro il coronavirus. Per dare valore alle dichiarazioni riguardo l’efficacia e la sicurezza del vaccino, Putin ha dichiarato che è stato somministrato anche a una delle sue due figlie. A parte un po’ di febbre iniziale, la donna non avrebbe mostrato ulteriori complicazioni.
🇷🇺 President #Putin: World’s 1⃣st #coronavirus #vaccine was approved this morning.
❗ This #COVID19 vaccine is quite effective, helps develop immunity & has passed all necessary trials.
✅ Very important step for #Russia and for the entire world!
📎 https://t.co/0lSt6gqYCY pic.twitter.com/eL4viVHZYH
— MFA Russia 🇷🇺 (@mfa_russia) August 11, 2020
Il significato politico
Una dichiarazione quasi unanime a livello mondiale è stata quella riguardo alla data di disponibilità delle vaccinazioni contro il covid-19. Gli esperti mondiali e i governi di ogni Paese hanno ripetutamente dichiarato che non è prevista una vaccinazione di massa prima del 2021. L’arrivo così anticipato di un vaccino russo contro il covid-19 rappresenterebbe indubbiamente un fattore di orgoglio nazionale e aiuterebbe la posizione di Putin, che sta perdendo consenso sotto la pressione di un’economia debole aggravata dall’emergenza sanitaria. A dimostrazione dell’impronta politica da cui è caratterizzata la corsa mondiale al vaccino, il Cremlino ha annunciato che vaccino russo contro il covid-19 verrà chiamato Sputkin, in onore del programma di missioni spaziali sovietico che nel 1957 portò al lancio del primo satellite della storia. L’annuncio del Presidente Putin è essenzialmente un grido di vittoria in una gara globale al vaccino, un messaggio sventolato dagli ufficiali russi senza fornire ulteriori informazioni riguardo alle fasi sperimentali del vaccino.
L’opinione pubblica internazionale ha quindi accusato Mosca di politicizzare il vaccino per fini propagandistici a discapito della sicurezza della popolazione. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ammonito la Russia ricordando che tutti si dovrebbero attenere al metodo tradizionale per testare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha un elenco completo delle sperimentazioni sui vaccini in tutto il mondo. Nell’ultima versione dell’elenco non compare la sperimentazione in Fase 3 del vaccino russo contro il covid-19.
La sperimentazione dei vaccini
Il vaccino russo è uno dei tanti tentativi di alleviamento di una crisi sanitaria mondiale che ha già ucciso 737.000 persone. Attualmente nel mondo, solamente 30 vaccini di oltre 165 in fase di sviluppo hanno raggiunto lo stadio della sperimentazione sull’uomo. Di questi, solo AstraZeneca (azienda svedese), Moderna (collaborazione con The National Institutes of Health Usa), BioNTech/Pfizer (Usa-Germania) e CanSino (società cinese) sono entrati nell’ultima fase della sperimentazione umana.
Two of six vaccine candidates are in the final stage of clinical trials! pic.twitter.com/jaz6oKaY18
— The White House (@WhiteHouse) August 11, 2020
I vaccini solitamente devono essere sottoposti a tre fasi di sperimentazione umana prima di poter essere approvati. Le prime due fasi vengono effettuate su gruppi relativamente poco numerosi. L’ultima fase, la Fase 3, prevede la sperimentazione su larga scala, permettendo così di avere una maggiore sicurezza sull’efficacia preventiva di un vaccino. Inoltre, visto che la Fase 3 viene effettuata su un gruppo molto più ampio rispetto alle fasi precedenti, permette anche scoprire effetti collaterali non osservabili nella Fase 1 e 2. Tuttavia, questa fase è molto lunga e la durata della sperimentazione può variare da mesi ad anni.
La sicurezza dei vaccini
Le dichiarazioni come quelle fatte dalla Russia potrebbero alimentare i timori di quelle persone che credono che un vaccino possa essere approvato con negligenza a causa dell’emergenza sanitaria in cui versa tutto il mondo. In un Paese democratico come il nostro, questa possibilità non esiste. Infatti, l’Agenzia italiana del Farmaco, così come molti altri enti occidentali, fornisce il via libera a un vaccino solo dopo la presentazione di prove certe riguardo la sua sicurezza.
Noemi Rebecca Capelli