In questo mondo sempre più “social” la fotografia è associata sempre più ad un semplice gesto, premere un pulsante e vedere il risultato all’istante
La moda dei selfie è l’evoluzione del caro vecchio autoscatto, utilizzato per lo più con lo scopo di raggruppare in una immagine un buon numero di persone, gli esempi sono le foto di famiglia nel quale neanche il fotografo può mancare, quello che richiama l’attenzione dietro l’obbiettivo e dopo aver premuto per lo scatto correva immediatamente a posizionarsi insieme a tutti gli altri, stessa cosa con gli amici, la foto di gruppo era un’obbligo.
Attualmente la possibilità di scattare con una mano ed un semplice gesto sullo smartphone, porta all’abuso di produrre immagini, facendo perdere il fascino di cogliere il momento giusto, percependo la fotografia come qualcosa di momentaneo e non come qualcosa che deve suscitare un ricordo.
Un tempo le foto delle vacanze al mare, quelle con i parenti o meglio ancora quelle dove si vedeva l’alba con i pochi amici rimasti svegli dopo le serate gloriose, erano motivo di orgoglio ed esaltazione di un momento speciale che meritava di essere immortalato per poi essere ricordato, spesso e volentieri in quelle serate invernali dove un buon amaro ed un camino possono dare vita a storie e risate senza fine. Tutto rigorosamente legato da album datati dove si allegavano i preziosissimi negativi che al massimo prendevano un po’ di polvere in soffitta o sopra un armadio.
L’attesa di quando si andava a far sviluppare le pellicola? Fantastica la suspence che ti dominava nel frattempo che uscivi con la busta dallo studio fotografico; Vogliamo ricordare l’accuratezza che i più patiti ci mettevano nel settare la macchina per non sprecare gli scatti del rullino? Era poesia e destrezza applicata alla tecnica fotografica ed alla conoscenza dei concetti fotografici basilari. Sapevi che una volta premuto, l’immagine impressa sul “kodak 400” era quella. Niente punto di ritorno e niente photoshop. Lei (la fotografia) richiedeva la perfezione.
Un’altra nostalgica verità. Nessuno, o quasi, stampa su carta le foto.
Ora tutto è digitalizzato, server, hard disk o cloud contengono infinità di dati che corrispondono ad innumerevoli immagini che con un click sono copiabili svariate volte senza limiti; perdendo inesorabilmente la possibilità di essere un’immagine unica ed autentica.
Cara vecchia fotografia… un po mi manchi, perchè sei stata trasformata in un bene di consumo, non sei più tangibile e capace di essere un ricordo; subisci un’abuso non considerandoti come arte frutto della pazienza e della tecnica fatta di principi di composizione e conoscenza della luce.
Sei diventata fin troppo facile…
“Messa a fuoco? Automatica, apertura del diaframma? Automatica, scelta del tempo di esposizione? Automatico, ISO? Automatico”
“Bhe ma allora che fotografo sei?”