La sconfitta subita a Udine lo scorso giovedì è solo l’ultima di una serie di prestazioni negative dei bianconeri. La squadra di mister Sarri, infatti, sembra aver perso quel cinismo che l’aveva caratterizzata negli ultimi 8 anni di successi. E nonostante lo scudetto sia ufficiosamente già conquistato (bastano solo due punti da conquistare nelle ultime tre partite di campionato), è pieno caos Juve.
L’andamento altalenante dei risultati ha risvegliato l’antica acredine della tifoseria bianconera nei confronti del tecnico toscano, esplosa poi sui social con l’hashtag #SarriOut. Ad essere sinceri, non c’è mai stato un buon feeling tra l’allenatore e i nuovi tifosi, complice anche la sua passata esperienza al Napoli e certe dichiarazioni non troppo lusinghiere nei confronti della Juve. Ma quali sono le cause di questa crisi e, soprattutto, che impatto economico avrebbe un eventuale esonero di Sarri?
Dov’è finito il bel gioco?
L’arrivo di Sarri a Torino e l’avvento del “sarrismo” promettevano un calcio nuovo, brillante e veloce che avrebbe reso la Juventus praticamente imbattibile. Tutti quelli che avevano criticato il precedente (e stra-vincente) allenatore, Massimiliano Allegri, per il metodo di gioco, erano sicuri della riuscita del rischioso progetto della triade Agnelli-Paratici-Nedvěd. Nonostante il costante scetticismo di molti, tutto sembrava finalmente pronto per un nuovo ciclo di vittorie. La prima metà della partita inaugurale della stagione 2019-2020 proprio contro il Napoli fu, come in molti altri match, l’espressione quasi perfetta del nuovo stile di gioco. Peccato, però, per il blackout totale della squadra nella seconda frazione di gioco, con un numero imbarazzante di reti e rimonte subite.
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Ad offuscare prestazioni superlative come i due scontri con l’Inter o il 3 a 0 rifilato ai tedeschi del Bayern Leverkusen ad ottobre, ci sono prestazioni anonime e cali d’attenzione inaccettabili per una squadra progettata per vincere tutto.
Ne sono un valido esempio la sconfitta in Coppa Italia contro il Napoli, quella in Supercoppa italiana con la Lazio e la pazzesca rimonta del Milan lo scorso 7 luglio. E per quanto si tenda a giustificare l’allenatore considerando la condizione atletica del post-lockdown, bisogna ammettere che il bel gioco è sempre stato solo un miraggio. La Juve dell’ultimo anno è spesso sembrata confusa, troppo leziosa e difficilmente in grado di chiudere una partita. E in tutto questo caos, i più nostalgici invocano un ritorno di Max Allegri.
Caos Juve sui social e negli spogliatoi
Il malcontento della tifoseria bianconera sta esplodendo con violenza su Instagram. I post del profilo ufficiale della Juventus sono invasi dagli hastag #SarriOut e da commenti, spesso eccessivi, nei confronti del tecnico. Tutti invocano l’esonero, ma la società sembra voler riconfermare l’allenatore anche per la prossima stagione. Per quanto sia comprensibile, da parte della dirigenza, aspettare la fine delle competizioni per un bilancio, c’è il rischio che anche la squadra smetta di seguire il proprio timoniere. In una situazione simile a quello di Mourinho al Manchester United due anni fa, quando la squadra sfiduciò lo Special One, il caos Juve potrebbe essere molto più difficile da risolvere.
Anche dal punto di vista dello spogliatoio, la filosofia di Mister Sarri non si è sempre dimostrata vincente. Non si può dire, infatti, che giocatori come Mario Mandžukić ed Emre Can abbiano ricevuto un trattamento di tutto rispetto. Il croato, dal 2015 in bianconero, non è mai rientrato nei piani di Sarri ed è stato venduto durante la sessione di mercato invernale all’Al-Duhail.
Allo stesso modo, Can ha trovato pochissimo spazio nella rosa del nuovo allenatore e, essendo stato perfino estromesso dai convocati per la Champions League, ha lasciato Torino dopo una sola stagione. Nelle ultime partite, anche la gestione di Miralem Pjanić si sta dimostrando decisamente ambigua. Il bosniaco, ormai già venduto al Barcellona in cambio di Arthur, sembra infatti destinato a non giocare le sue ultime partite per la Juve. Una caduta di stile che poco si addice ad un club di questo spessore.
Quanto costerebbe l’esonero di Sarri?
Il contratto triennale di Sarri alla Juve prevede uno stipendio netto di circa 5,5 milioni di euro (più eventuali bonus) a stagione. In caso di esonero, come previsto dagli Accordi collettivi dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio), la società deve pagare la somma pattuita nel contratto fino alla sua naturale scadenza. Un allenatore esonerato, dunque, pur non avendo più alcuna mansione, rimane stipendiato e a disposizione della squadra fino al termine contrattuale. Questa condizione può essere diversa solo in caso di risoluzione consensuale del contratto da entrambe le parti, generalmente con una liquidazione versata al tecnico.
Un esempio è proprio l’esonero di Allegri il 19 maggio 2019. Il mister livornese, che percepiva uno stipendio netto di 7,5 milioni a stagione, è rimasto legato ai bianconeri per un altro anno, fino al 30 giugno scorso. In questo periodo, la dirigenza ha speso approssimativamente 15,67 milioni per chiudere il contratto in maniera definitiva. Per una questione quasi esclusivamente economica, nonostante il malcontento della tifoseria, per Agnelli non è ancora il momento per il #SarriOut. I tifosi dovranno perciò aver pazienza e sperare di festeggiare lo scudetto domenica sera. La vittoria del nono storico campionato di fila permetterebbe ai giocatori e al mister di rifiatare in vista delle difficili sfide in Champions League. Nell’attesa della partita con la Sampdoria, è ancora caos Juve e solo un successo potrebbe allontanare il fantasma dei zero titoli stagionali.
Alessandro Gargiulo