Diventato celebre grazie alla grandiosa regia di Kubrick, l’opera di Arancia Meccanica è bollata come violenta. Alla sua uscita, il film fu censurato in molti Stati e vietato ai minori in altri. Anche se oggi lo schermo cinematografico ha sdoganato la violenza, quasi spersonalizzandola, Arancia Meccanica fa ancora storcere il naso a molti, forse anche per le scene di nudo e gli stupri.
La percezione dell’opera
“Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra-violenza e Beethoven” questa la tag-line del film di Arancia Meccanica, che ne riassume solo superficialmente la trama, mettendo da parte il profondo significato di un’opera che ha molto da dire sulla società e sull’uomo. Una trovata pubblicitaria che, se non fosse per la firma di Kubrick, attirerebbe un pubblico poco interessato alla lettura del sottotesto.
A Clockwork Orange nasce dalla penna dello scrittore inglese Anthony Burgess e viene portata all’attenzione di Kubrick dalla moglie, la quale stava leggendo il romanzo e pensò di proporlo al marito.
Cosa ci sarebbe di interessante in una trama di violenze e stupri? Il punto è proprio il fatto che la violenza di Alex, il protagonista e narratore della storia, è solo un pretesto per raccontare molto di più.
In poco più di 200 pagine Burgess ci pone di fronte alla più importante delle questioni: la libertà di scelta.
Alex e i drughi
Ma partiamo dall’inizio. La trama di superficie di Arancia Meccanica racconta di un ragazzo, Alexander DeLarge (Alex), e del suo gruppo di drughi che si danno a scorribande notturne fatte di furti, violenza, stupri e mescalina. Ma c’è una differenza sostanziale tra Alex e gli altri: se loro possono essere definiti dei teppisti in piena regola, che si lasciano trascinare dalla personalità violenta e carismatica di Alex, dediti a questa vita più per una goliardica insensatezza della distruzione, Alex è la mente cosciente.
Il protagonista, infatti, è scientemente malvagio, non c’è tara mentale o devianza che spieghi il suo volontario abbandono alla violenza; Alex non è il prodotto della società del suo tempo, non ci sono colpe esterne cui imputare la sua natura violenta. Il suo amore per la violenza è puro e sincero e qui sta la centralità dell’opera: i suoi atti riprovevoli sono il frutto della sua individualità, il risultato della libertà di scelta.
Le differenze
La differenza tra Alex e gli altri drughi si riscontra soprattutto in due momenti dell’opera. Il primo è quando, nel Korova Milk bar, durante l’esecuzione da parte di una donna dell’Inno alla Gioia, il drugo Dim risponde alla performance con una pernacchia. Alex punisce il gesto e ammonisce Dim dicendogli che non sa “come ci si comporta pubblicamente”.
“e per un momento, o fratelli, un usignolo era entrato nel Milk bar (…) perché l’aria io la sapevo: era un pezzo della gran Nona del Ludovico Van”
Si vede, dunque, chiaramente come Alex, che era rimasto incantato dall’esecuzione poiché amante della musica classica, riesca a discernere le situazioni. Di lui si è detto che sia un individuo incapace di scindere il bene dal male, ma questo episodio confuta tale teoria. Alex sa perfettamente cosa è bene e cosa male; capisce la bellezza, ama la musica (in Kubrick si dà particolare rilievo all’amore per Beethoven ma nel romanzo si citano più compositori), è dotato di spiccata intelligenza e cultura. Queste caratteristiche fanno capire ancora di più come sia un individuo che, seppur nei suoi comportamenti antisociali che non possono essere ammessi in una comunità, scelga in modo del tutto deliberato la persecuzione della violenza, anche se ne capisce le implicazioni negative. Ma non è la negatività o la positività di un’azione a interessarlo, così come non gli interessa il funzionamento della società.
La purezza di Alex
Il secondo episodio che pone una linea di demarcazione tra Alex e gli altri è quando Georgie gli propone una rapina per avere più soldi. Alex non capisce la necessità di quel “bel colpo da adulti” e Georgie lo canzona: “a volte ragioni e parli proprio come un ragazzino”. Di nuovo, una differenza sostanziale nel modo di essere: se i drughi agiscono per un secondo fine, del tutto materialistico, Alex agisce per puro piacere. La sua ricerca della violenza non è il frutto di bisogni altri, o voglia di indisciplina nei confronti della società: è pura estetica, è lo sfogo del suo io senza alcun filtro.
Infatti, come ci racconta già il suo nome, “A-lex” è un personaggio al di sopra delle regole e delle leggi. Rappresenta, secondo l’interpretazione di Aaron Stern (Motion Picture Association), l’uomo allo stato di natura; in questo senso Alex incarna la purezza vergine e intatta dell’individuo non inscritto in un contesto sociale, il bambino che dà sfogo alle sue pulsioni non ancora orientato dall’educazione, che uccide l’insetto per conoscere la morte.
Ovviamente in Arancia Meccanica questo aspetto è deliberatamente esasperato: è necessario che Alex rappresenti il Male assoluto e a spiegarci il perché sono sia Burgess che Kubrick. Se il protagonista fosse stato un uomo qualunque, un giusto, un buono, sarebbe stato troppo semplice empatizzare con lui e comprendere la violenza perpetrata ai suoi danni da parte dello Stato.
La critica allo Stato
“Per mostrare l’azione del governo in tutto il suo orrore, bisognava scegliere come vittima qualcuno di assolutamente depravato: in questo modo, quando il governo lo trasforma in uno zombi, ci si accorge che si tratta di un’azione profondamente immorale, anche ai danni di una creatura simile. Se Alex non fosse l’incarnazione del Male, sarebbe troppo facile dire “sì, certo, il governo ha torto perché lui non è così cattivo”. In questo modo, si chiarisce meglio il problema” .
(S. Kubrick)
Ma lo Stato, in quanto tale, deve prendersi cura di tutti i suoi figli, siano essi retti o meno; prenderli in custodia, quando necessario, ma tutelare sempre i diritti dell’individuo. Lo Stato non dovrebbe essere aguzzino, non può infliggere la pena che viene dai moti di spirito del cittadino comune, ma applicare la legge e la ragionevolezza.
Invece la denuncia di Arancia Meccanica è proprio questa: lo Stato preferisce la strada del lavaggio del cervello, rappresentata nell’opera dalla Cura Ludovico, o dell’ammassamento in carcere.
Dalla realtà, l’idea di Burgess
Nell’ideare Arancia Meccanica e la Cura Ludovico, Burgess si ispira proprio alla sua contemporaneità: “la stampa britannica aveva parlato con una certa insistenza dell’aumento della criminalità (…) che fare di questi ragazzi? La prigione o i riformatori non fanno altro che peggiorarli: allora perché non risparmiare il denaro dei contribuenti sottoponendoli a un facile condizionamento (…)? Furono in molti ad approvare questa proposta (anche se all’epoca non era una proposta del governo, ma semplicemente un’idea espressa da singoli teorici, per quanto influenti)”.
La condanna, dunque, è tutta sociale. Lo Stato in Arancia Meccanica è carceriere e boia: la pena resta tale, ovvero punitiva, e gli istituti preposti alla riabilitazione, come le carceri, sono solo dei contenitori di delinquenti lasciati a loro stessi, senza possibilità di riscatto. Lo si vede perfettamente in una scena del film di Kubrick dove, durante la cosiddetta ora d’aria, i carcerati camminano in circolo nel minuscolo cortile cinto da mura altissime, in silenzio, osservati e spersonalizzati.
La complicità dello Stato
Ma lo Stato di Arancia Meccanica è anche complice dei violenti e autore di violenze lui stesso. Complice nel momento in cui offre agli ex drughi, una volta entrati nell’età adulta, un posto nella polizia. Lo Stato quindi si serve di quella stessa violenza nel momento in cui non riesce a riabilitarla; lo si vede anche nel finale dell’opera, con una scena tanto semplice quanto carica di significato. Dopo il fallimento della Cura Ludovico, con Alex che ha tentato il suicido e si ritrova in ospedale, un Ministro (qui, di nuovo, si percepisce il disinteresse di Alex per gli affari sociali nel definirlo in modo confuso “il Ministro degli Interni o Esteri”), gli fa visita per cercare di scusarsi per la mancata riuscita della cura e offre ad Alex un lavoro, imboccandolo poiché impossibilitato a mangiare.
Dirà: “Io e il governo di cui sono membro vogliamo che tu ci consideri tuoi amici. Amici, sicuro. Ti abbiamo rimesso in sesto, no? Ti abbiamo riservato il trattamento migliore. Non abbiamo mai voluto il tuo male, ma ci sono alcuni che l’hanno fatto e continuano a farlo. Credo che tu sappia chi sono (…) quando uscirai di qui non avrai problemi. Penseremo noi a tutto. Un buon lavoro con un buon salario. Perché tu ci stai aiutando”.
Ecco, allora, il secondo momento di complicità dello Stato: in questo caso si mostra accondiscendente verso un criminale che non è riuscito, non a riabilitare, ma a condizionare in modo forzato al “bene”. Il gesto del Ministro che imbocca Alex, aiutandolo a consumare il pasto, è quasi comica e insignificante, ma efficace nell’esprimere visivamente questa alleanza.
Lo Stato violento
In quale caso, invece, lo Stato è autore di violenze? Questo tipo di denuncia è espressa, nell’opera di Arancia Meccanica, nel momento della Cura Ludovico. Questa, più che una cura, è un condizionamento forzato, una coercizione ai danni dell’individuo. Quello che Burgess e Kubrick vogliono dirci è che il bene non è sempre accettabile e auspicabile se non si tratta di una scelta cosciente, di libertà individuale, e che questa è preferibile sempre e comunque, anche là dove l’individuo è un criminale del calibro di Alex.
Centrale, a tal proposito, è la figura del cappellano della prigione che esprime a chiare parole il punto etico che fa da fil rouge in tutta l’opera: la libertà di scelta.
Il prete esprime questo concetto con poche parole dalla semplicità disarmante eppure cariche di significato: “la bontà è qualcosa che si sceglie. Quando un uomo non può scegliere cessa d’essere un uomo”
“Alex ama Beethoven, e ha utilizzato la Nona sinfonia come stimolo per i suoi sogni di violenza. Questa è stata la sua scelta, ma nulla gli avrebbe impedito di usare quella musica come semplice consolazione, o assumerla ad immagine dell’ordine divino. Il fatto che nel momento in cui il condizionamento ha inizio lui non abbia ancora compiuto la scelta migliore, non significa che non lo farà mai”
(A. Burgess)
La denuncia alla società
Di pari passo allo Stato, poi, si cela una denuncia nei confronti della società. Non perché essa sia la generatrice della violenza di Alex; questa violenza infatti, ribadiamolo, è un’impresa totalmente cosciente in cui ha deciso di avviarsi in piena autonomia. La società di Arancia Meccanica è, di riflesso allo Stato, violenta, priva di valori e poco sensibile alla bellezza. Quest’aspetto lo si percepisce soprattutto nel film di Kubrick, che riesce a metterlo in luce grazie alle sue scelte stilistiche. Un esempio su tutti è l’arredamento del Korova Milk bar, in cui effigi di donne nude vengono usate come tavolini su cui poggiarsi o dai cui seni, maneggiati da tutti, fuoriesce il cosiddetto latte+ .
La mancata sensibilità verso la bellezza, il degrado, si scorgono in altri due dettagli. Il primo lo si vede quando Alex, dopo una delle sue notti di ultraviolenza, fa ritorno a casa sua: il condominio in cui vive è uno spazio disastrato e vandalizzato; le rappresentazioni che decorano le pareti sono deturpate da bambinesche scritte volgari e disegni di genitali. Il secondo dettaglio, topico, lo si trova durante la Cura Ludovico e nell’utilizzo della Nona Sinfonia di Beethoven. In questo contesto si vede tutta la fredda insensibilità della scienza asservita alla politica, più che al bene della società. L’unico a soffrire per l’utilizzo della musica di Beethoven sarà, invece, proprio il criminale Alex.
“Potenzialmente la scienza è molto più pericolosa dello Stato, perché produce effetti assai più persistenti. Naturalmente io non considero la scienza un male, ma ritengo che debba essere controllata con intelligenza dalla società”
(S. Kubrick)
Rappresentazione dell’inconscio
La sensibilità paradossale del protagonista rappresenta, come già detto, una sorta di purezza asettica, intaccata; ed è su questa caratteristica così antitetica che gioca Kubrick quando veste i drughi interamente di bianco. Il contrasto tra la loro estetica esteriore e la loro interiorità è palese, potrebbe sembrare quasi una presa in giro, una sorta di cupa ironia.
Alex, in ultimo, rappresenta il nostro inconscio e in quanto tale può dirsi puro (e indossare quella divisa candida). Nell’inconscio, infatti, non si agisce o pensa secondo le regole della società; “l’inconscio non ha coscienza” sintetizza Kubrick. Ed è proprio questa rappresentazione di Alex che può rendere ostica la visione e la comprensione di Arancia Meccanica perché non tutti sono disposti a riconoscere una parte di loro stessi, seppur latente, in un personaggio come quello del nostro protagonista .
“l’ostilità di chi lo detesta nasce dall’incapacità di accettare chi si è realmente; forse per ingenuità, per scarsa preparazione psicologica o incapacità emotiva di ammettere questo aspetto della psiche umana”
(S.Kubrick)
Ad ogni modo Alex guarirà: paradossalmente guarisce dalla “cura” inflittagli dallo Stato, incapace prima e complice dopo. Tornerà a scegliere liberamente seppur nella sua propensione alla violenza con tutte le consegenze che ne derivano; ma lo farà in modo autonomo e senza condizionamento.
Arancia Meccanica non intende, ovviamente, tessere le lodi della libertà da ogni freno, né essere un elogio alla violenza. L’opera viene spesso considerata distopica proprio perché la parabola di Burgess e Kubrick non ha un lieto fine: ci lascia confusi, con l’amaro in bocca; ma anche pieni di domande e riflessioni da coltivare per comprendere meglio la libertà di cui disponiamo e la società in cui viviamo.
Marianna Nusca