Il Galles vuole l’indipendenza. Una nuova minaccia per la stabilità del Regno Unito, spesso a rischio negli ultimi anni. Per la prima volta nella storia, il parlamento di Cardiff ha discusso della possibilità di ottenere la separazione da Londra, attraverso un referendum.
A sollevare la questione, una mozione presentata dal movimento Yes Cymru, guidato da Adam Price. La proposta è stata al momento bocciata, ma gli indipendentisti hanno intenzione di continuare la loro battaglia.
COME LA SCOZIA?
Il Galles punta a seguire la strada della Scozia, che il 18 settembre 2014 votò per decidere se dividersi o meno dal Regno Unito. All’epoca vinsero i no. Ma Nicola Sturgeon, attuale primo ministro scozzese, vorrebbe una seconda consultazione, possibilmente entro maggio del prossimo anno. Una proposta che però è stata finora respinta da Boris Johnson. Secondo gli ultimi dati, almeno il 25 per cento della popolazione gallese sarebbe a favore dell’indipendenza. Una percentuale mai stata così alta, seppure non molto elevata in valore assoluto.
A rafforzare le aspirazioni del Galles all’indipendenza sarebbe stata soprattutto la capacità di gestire la crisi legata al Coronavirus meglio di quanto si sia fatto a Londra. L’adozione di regole più severe durante il lockdown, e una maggiore prudenza nelle riaperture ha permesso al Galles di far scendere più rapidamente la curva di contagi e morti. Questi ultimi, in particolare, risultano essere quasi azzerati. Ed è proprio sulla base di questi dati che secondo Price il popolo gallese avrebbe acquisito una nuova “coscienza nazionale” e una maggiore consapevolezza della necessità di superare l’attuale status quo.
ATTIVI DAL 2014
Le aspirazioni indipendentiste di Yes Cimru non nascono oggi. Il movimento è stato fondato nel 2014, e lanciato ufficialmente a Cardiff nel febbraio di due anni dopo. Lo scorso anno ha organizzato, tra maggio e settembre, le prime marce per l’indipendenza, rispettivamente nella capitale, a Caernarfon e Merthyr Tydfil. L’iniziativa avrebbe dovuto ripetersi anche nel 2020 in altre città del paese, Wrexham, Tredegar e Swansea. Ma il Covid ha bloccato tutto. Non ha però fermato la voglia di indipendenza. Ecco il perché della mozione, con la quale si chiedeva che il parlamento di Londra dia il permesso per organizzare il referendum.
DINO CARDARELLI