JJ4 è salva, almeno per il momento. Il Tar di Trento ha sospeso l’ordinanza con la quale il presidente della provincia autonoma, Maurizio Fugatti, ha chiesto l’abbattimento dell’orsa bruna di 14 anni, dopo l’aggressione a due uomini avvenuta lo scorso 22 giugno sul Monte Peller. Ma il plantigrado non può ancora considerarsi al sicuro.
SORTE ANCORA IN BILICO
Il ricorso presentato da diverse associazioni animaliste, quali tra le altre Wwf, Lav e Lipu, è stato accolto solo parzialmente. La richiesta di sospensiva è stata accettata, ma il tribunale amministrativo si pronuncerà il 30 luglio sulla sorte di Gaia, come è stata ribattezzata dai suoi difensori.
Il protocollo Pacobace (che sta per piano d’azione per la conservazione dell’orso sulle Alpi) prevede la possibilità di abbattimento se l’animale si dimostra pericoloso. Ma prima di arrivare a quel punto, secondo il Tar bisognerebbe tentare di adottare misure meno drastiche, quali la cattura e la reclusione dell’orso, oltre all’applicazione del radiocollare.
SCONTRO TRA ISTITUZIONI
Contro l’abbattimento dell’orsa JJ4 si è schierato anche il ministro dell’ambiente Sergio Costa, che già nei giorni scorsi aveva scritto una lettera al presidente Fugatti per convincerlo a ritirare l’ordinanza. Un tentativo infruttuoso, che lo ha spinto a sua volta a presentare un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento del provvedimento. Sulla vicenda il ministro ha dichiarato:
Ammazzare un’orsa solo per aver reagito non solo non mi vede favorevole ma la reputo un’ingiustizia. Si tratta di una misura decisamente sproporzionata rispetto a quanto accaduto.
La replica di Fugatti non si è fatta attendere:
Ci dica il ministro dove dobbiamo portare gli orsi pericolosi. Noi lavoriamo per la cattura. Prendiamo atto del provvedimento del Tar. Ma i casi di pericolosità sono sempre maggiori e non vogliamo attendere il prossimo trentino aggredito da un orso.
L’AGGRESSIONE
La decisione di abbattere l’orsa JJ4 era stata presa dopo l’aggressione a due uomini, padre e figlio. Durante un’escursione in un bosco, nella zona del Monte Peller, sulle Dolomiti del Brenta, il plantigrado si sarebbe scagliato improvvisamente addosso al ragazzo, ferendolo con i suoi artigli.
Il genitore avrebbe tentato di difenderlo, rimediando delle gravi ferite a una gamba. Poi Gaia si è dileguata e i due, pur malconci, sono riusciti a mettersi in salvo. Non è stato ancora chiarito se l’attacco sia avvenuto per difendere i cuccioli. Ciò spiegherebbe la reazione inconsulta dell’animale. Che potrebbe ancora costarle la vita.
DINO CARDARELLI