Gli esseri umani sono per natura portati a esprimere giudizi sui più svariati argomenti, sentendosi in dovere e in diritto di esprimere il proprio punto di vista. Sulla maternità surrogata, in Europa, l’opinione pubblica è divisa.
Sulla maternità surrogata in Europa, il dibattito è aperto e controverso. L’utero in affitto, o GPA (gravidanza per altri), è da tempo un argomento scottante, particolarmente complicato, soprattutto per le implicazioni morali ed etiche con cui inevitabilmente bisogna fare i conti.
Che cos’è la maternità surrogata?
La GPA è un metodo di riproduzione assistita, in cui una donna decide di portare avanti la gestazione per conto di altre persone. Attualmente esistono due pratiche di maternità surrogata:
- gestazionale, in cui la madre surrogata si limita a portare avanti la gravidanza dopo una fecondazione in vitro. L’ovulo impiantato può avere legami biologici con gli aspiranti genitori oppure provenire da donatori. Si tratta di una fecondazione assistita, in cui la madre surrogata non avrà alcun tipo di legame biologico con il bambino;
- tradizionale, in cui la madre surrogata resta incinta tramite fecondazione artificiale di un proprio ovulo, risultando la madre biologica del bambino.
Dove è legale la maternità surrogata in Europa?
La pratica dell’utero in affitto non è legale in tutti gli stati del mondo. In Europa, infatti, la situazione è particolarmente complessa e fortemente limitata. Eppure, gli aspiranti genitori compiono viaggi e spendono ingenti somme di denaro per il proprio desiderio di genitorialità, cercando di bypassare le norme vigenti nel proprio paese. Le mete più gettonate sono la California e il Canada. Ma cosa accade una volta rientrati in Europa? Innanzitutto sono davvero pochi gli stati europei in cui è possibile avere assistenza per la maternità surrogata.
Paesi in cui la maternità surrogata è illegale:
Questa pratica è illegale in Italia, Germania, Francia, Austria, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, Ungheria, Lussemburgo, Norvegia, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera. Ben ventidue paesi europei su trentaquattro (il riferimento è all’Europa fisica, non comunitaria). Altri stati, tra cui il Belgio, la Repubblica Ceca e i Paesi Bassi non hanno alcuna legislazione al riguardo, dunque ogni accordo è nullo e inapplicabile.
Paesi in cui la maternità surrogata è consentita:
In Grecia, nel Regno Unito, Portogallo, e Ucraina la pratica è permessa, ma con le dovute differenze.
- In Gran Bretagna la maternità surrogata è prevista esclusivamente per i cittadini britannici e senza alcun scopo di lucro (maternità surrogata altruistica). I genitori designati dovranno pagare alla madre surrogata soltanto spese mediche e necessità durante la gestazione.
- Situazione simile si riscontra in Grecia, dove la pratica è legale dal 2014 e aperta anche agli stranieri, purché sia sempre senza alcun scopo di lucro e tuteli l’utero in affitto.
- Anche in Portogallo l’utero in affitto è previsto esclusivamente per le coppie eterosessuali con problematiche mediche accertate ed è possibile solamente una maternità surrogata altruistica.
- L’Ucraina, invece, è l’unico stato europeo che permette ai genitori designati, anche stranieri, di pagare la madre surrogata per i suoi servizi. Dunque, la maternità surrogata in Europa è piuttosto limitata.
Cosa prevede l’Unione Europea per la maternità surrogata?
Sulla maternità surrogata l’Europa comunitaria non ha una legislazione adeguata. Essendo illegale nella maggior parte degli stati membri, mancano accordi che possano risultare soddisfacenti per la tutela dei genitori (biologici o meno) e del bambino. Quando dei cittadini europei si rivolgono a cliniche americane o russe per la maternità surrogata, al rientro in patria si trovano ad affrontare non poche difficoltà.
Cosa può accadere in Italia:
In Italia, ad esempio, quando i genitori tornano con un bambino nato da utero in affitto, in un altro paese, possono richiedere il riconoscimento sia presentando il contratto stipulato con la madre surrogata, sia presentare il certificato di nascita del bambino. In entrambi i casi, tuttavia, i problemi sono molteplici. Nel primo caso, infatti, il contratto stipulato è considerato nullo e si incorre nel rischio che il bambino possa essere considerato “adottabile”. Nel secondo caso, invece, presentando un certificato di nascita in cui non compaiono i veri genitori biologici, s’incorre nel reato di “falsa dichiarazione a pubblico ufficiale”.
Cosa è accaduto in Francia:
Anche in Francia le problematiche sono molteplici. Il caso più famoso riguarda i coniugi Menesson, che hanno avuto due bambini tramite utero in affitto, in California. In quel caso, il padre aveva donato il seme alla madre surrogata, dunque compativa come genitore biologico. La moglie, tuttavia, non poteva comparire nemmeno come madre legale, viste le normative vigenti in Francia. Per risolvere l’interrogativo, la cassazione francese si è rivolta al Cedu (Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo) di cui fanno parte i 47 paesi del Consiglio Europeo, Italia compresa, e dunque il suo parere vale per tutti gli stati membri.
In quel caso, nonostante l’illegalità dell’azione compiuta dai coniugi Menesson, la Corte Europa ha stabilito che il bambino/i nati all’estero da madre surrogata deve essere considerato figlio di entrambi i genitori in base al suo diritto al rispetto della vita privata (art. 8 della Cedu) e che il rispetto della vita del minore viene prima della salvaguardia dai rischi di abusi connessi alla maternità surrogata.
La corte costituzionale è sempre dalla parte del neonato:
La Corte costituzionale, dunque, pur condannando la pratica di maternità surrogata, con la sentenza 272 del 2017, ha stabilito che non è “non è costituzionalmente ammissibile che l’esigenza di verità della filiazione si imponga in modo automatico sull’interesse del minore”. La sentenza, ovviamente, è valida per ogni stato membro dell’UE. In pratica, prima di togliere un bambino ai propri genitori bisogna valutare caso per caso. L’illegalità della pratica resta solida ma viene, fortunatamente, scavalcata dai diritti del nuovo nato.
Il Dibattito
Tralasciando la questione meramente legislativa, sul concetto di maternità surrogata sono molti gli interrogativi. E’ una pratica contro natura? Il desiderio di trasmettere il proprio patrimonio genetico non è esso stesso un istinto naturale? Laddove non è possibile trasmetterlo, perché si preferisce affittare un utero, anziché adottare un bambino attraverso i canali tradizionali? Si tratta di egoismo o di estremo desiderio di genitorialità? La madre surrogata viene utilizzata come una macchina procreatrice alla MadMax? E’ giusto assecondare la mercificazione della vita, nel momento in cui non è permessa la maternità surrogata altruistica?
Moralisti e progressisti a confronto?
In questo particolare caso, la lotta non si combatte tra progressisti e conservatori, tra moralisti e benpensanti contro illuminati e reazionari. Di nuovo, le implicazioni etiche e morali sono molteplici e davvero andrebbe valutato caso per caso. Sul web sono parecchi i siti internet in cui è possibile informarsi e trovare soluzioni sulla pratica della GPA, sia italiani che stranieri. I progressi scientifici sono andati ben oltre le più rosee aspettative e sempre più frontiere stanno per essere abbattute. Tuttavia, i quesiti restano ben saldi. Cosa è giusto fare? Sicuramente il giudizio morale non è la strada corretta. Prima di puntare il dito, prima di essere d’accordo con qualsiasi tipo di pratica nella millantata speranza di ottenere chissà quale libertà personale, bisogna affrontare la realtà e mettersi nei panni altrui.
La maternità è un diritto. Percepire il desiderio di genitorialità è naturale. Tuttavia, fin dove è possibile spingere l’egoismo umano nella ricerca del proprio personale appagamento?! In molti paesi la maternità viene offerta come servizio. Donare la vita è un servizio ben pagato. Si tratta di avanguardismo o di cinismo? Cosa direbbe Kant a riguardo? Eppure, la maternità surrogata altruistica permette di coronare i propri desideri, bypassando alcune complicazioni etiche. Sul tema non esistono risposte onniscienti, ma soltanto opinioni, che tali dovrebbero restare. Opinioni.
Antonia Galise
siamo una coppia italiana che ha seguito un percorso di maternità surrogata in ucraina, nella città di kiev, nella clinica biotexcom. nostra figlia ha già un anno. siamo felici che il nostro sogno sia diventato realtà grazie alla maternità surrogata.
Questo è un articolo interessante. Forse non si possono giudicare duramente le persone che ricorrono a questa pratica (ovviamente controversa) per disperazione, perché quali altre opzioni hanno? Nostra figlia è nata con mio marito attraverso una madre surrogata alla clinica Feskov in Ucraina! Ci teniamo in contatto con Anastasia, la nostra cara madre surrogata, e siamo molto felici che il destino ci abbia fatto un tale dono. Per quanto riguarda la maternità surrogata, ho trovato una legge ucraina tradotta in italiano. Consiglio a tutti di leggerlo. https://maternita-surrogata-centro.it/maternita_surrogata.pdf