Il 12 dicembre 1997, l’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato il 26 giugno la Giornata Internazionale in Supporto delle Vittime di Tortura.
Sebbene in molti stati occidentali la tortura aleggia sui libri di storia come parte di un passato che poco ci riguarda, in molte altre nazioni la società ancora non si è liberata di una pratica che non solo miete vittime nella società civile, ma che inficia il concetto stesso di democrazia.
Centinaia di migliaia di persone nel mondo ancora sono oggetto di una pratica che molto spesso gode dell’appoggio favorevole da parte dei governi. Vittime che, se si salvano dalla tortura, richiedono l’intervento di un’assistenza specializzata per poter andare avanti.
Un compito che il Fondo Volontario dell’ONU per le vittime di tortura ha abbracciato totalmente, canalizzando gli sforzi economici e di sostegno verso le vittime e le famiglie di coloro che soffrono.
Nessuna giustificazione legale può essere addotta per favorire tali pratiche. Per l’ONU proibire la tortura è parte del diritto consuetudinario internazionale, indipendentemente che uno stato abbia siglato o meno accordi che la proibiscano esplicitamente.
“La tortura sminuisce tutti e tutto quello con cui viene a contatto, inclusi torturatori, sistemi e stati in cui accade” ha dichiarato il Segretario Generale Onu Antonio Guterres “Non dovrebbe mai essere permesso ai torturatori di farla franca rispetto al loro crimine e i sistemi che si mostrano condiscendenti verso tale pratica devono essere smantellati o cambiati”.
Il fondo ONU sopracitato assiste lungo il tortuoso percorso di recupero circa 50,000 vittime di tortura ogni anno, fornendo l’assistenza psicologica ed economica necessaria per uscire da un orrore che mai può essere dimenticato del tutto.
Per Amnesty International, sono ancora troppi i paesi in cui questa pratica rimane impunita: oltre 145 stati, secondo i rapporti ufficiali ( Marocco, Filippine e Uzbekistan per citarne alcuni). Una sfida che deve essere abbracciata globalmente per poter mettere la parola fine a un atto aberrante.
“In occasione di questo giornata , i difensori dei diritti umani e i sopravvissuti alle torture nel mondo devono prendere l’occasione di osteggiare questa terribile negazione della dignità umana e agire per ricordare e supportare le vittime” ha continuato Guterres.
Chiara Nobis
La dignità la perde chi tortura, non la povera vittima.
Nessun animale, oltre all’essere umano, può concepire una simile atrocità.
Grazie per questo articolo.
Marina
grazie a lei!