Dopo tre mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid, riapre a Barcellona il Gran Teatre del Liceu. Chiamato familiarmente anche solo El Liceu, il teatro è uno dei più antichi e prestigiosi di Barcellona, sede dei migliori spettacoli al mondo dal lontano 1847. Eppure, in più di 150 anni di illustre attività, mai le mura del celebre teatro avevano ospitato un pubblico simile a quello entrato in sala in occasione della riapertura della stagione d’opera 2020/2021. La prima opera messa in scena dalla fine della quarantena è stata un… concerto per piante.
Il progetto porta la firma dell’artista Eugenio Ampudia, l’organizzatore dell’opera green, Concierto para el Bioceno. Il quartetto d’archi UceLi Quartet ha interpretato Crisantemi di Puccini esibendosi per un originalissimo pubblico di sole piante. Ben 2292, una per ogni sedia del teatro, le piante sono state posizionate sulle comode poltroncine di velluto rosso senza che dovesse essere rispettata alcuna misura a garanzia del distanziamento sociale. Il concerto per piante, trasmesso anche in streaming, ha suscitato le risposte più variegate.
C’è chi si è domandato di che puntata di Black Mirror si trattasse, chi ha pensato inizialmente fosse uno scherzo per poi ritrovarsi a commuoversi davanti allo schermo. Molti sono coloro che si sono emozionati tanto per le note di Puccini quanto per l’epilogo del concerto. Le foglie, mosse dal vento, scrosciano producendo un suono analogo a quello di tanti applausi. Il corto circuito tra uomo e natura diventa completo.
Eugenio Ampudia è un artista la cui firma spesso si lega a progetti multidisciplinari.
Il suo approccio all’arte è sempre critico, teso a generare una reazione forte e problematica nell’osservatore. Dal 2008 il suo ciclo di opere Where to sleep mostra uomini che si addormentano in luoghi pubblici in cui sarebbe vietato farlo: il museo, la biblioteca, il Palau de la Mùsica, ecc. Un gesto minimo, dormire, si carica di significati sovversivi e mette in discussione i principi con cui siamo abituati a pensare lo spazio sociale. Anche Surrender era il risultato di un ibrido tra diverse discipline. Atleti professionisti del salto con l’asta si libravano in aria per valicare non il consueto ostacolo ma il dipinto di Vélasquez, La resa di Breda. Integrando la pittura in un contesto sportivo, viene creato un nuovo scenario in cui le lance dell’opera d’arte si confondono con le aste degli atleti.
Il concerto per piante che ha avuto luogo nel teatro di Barcellona si inserisce all’interno di questi progetti provocatori. Durante il lockdown la natura ha riconquistato spazi che le appartenevano e nei quali l’invadenza dell’uomo non le permetteva più da molto tempo di abitare. Riaprire l’opera concedendo alle piante l’ingresso in un luogo nel quale non erano mai state ha un valore simbolico importante. Concedere al verde il ruolo da protagonista che gli spetta significa riconoscere l’importanza della natura in un mondo troppo spesso concepito come esclusivamente antropocentrico.
L’immagine poetica delle piante a teatro è un monito per tanti aspetti.
Lo spettatore si trova a desiderare di sostituirsi alle piante, come se fosse possibile invertire la metamorfosi di Dafne, ritornare dallo stadio di fronda a quello umano per abbracciarsi ad Apollo, dio della poesia.
Il brano scelto, inoltre, è ricco di significato. Crisantemi di Puccini è un’opera carica di commozione e delicatezza. Se in tutto il mondo il fiore del crisantemo si lega a significati positivi, in Italia la tradizione lo vuole come emblema della commemorazione dei defunti. Si dice che Puccini scrisse l’opera in una sola notte. Era il 1890, dopo la morte di Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, figlio del re d’Italia Vittorio Emanuele II.
Eseguito otto giorni dopo la morte del rampollo, il brano riscosse un successo assoluto, tanto da costringere i musicisti a ripetere nuovamente l’esibizione per l’insistente pubblico. In Crisantemi , il dolore per la morte e il cordoglio, sublimato in musica, è allo stesso tempo struggente e di conforto. Le voci dei quattro archi si intrecciano a creare un motivo che conduce dalle tenebre alla luce, consolando il cuore dell’ascoltatore e mostrandogli una meta verso cui tendere quando tutto appare desolante. Oltre il dolore e la sofferenza, c’è ancora la possibilità di riscoprire la pace.
L’opera arriva dritta al cuore. Se la musica commemora la morte e il ricordo dei defunti, il portare a teatro le piante è una grande celebrazione di vita. L’esperimento del concerto per piante è perfettamente riuscito ed è in grado di comunicare pienamente che cosa sia l’armonia. Il significato ecumenico dell’opera d’arte raggiunge tutti e fa sognare un mondo in cui davvero sia possibile un equilibrio tra Uomo e Creato fatto di concordia e pace.
Martina Dalessandro