Time for nature: che cos’è per noi la natura? Potrebbe essere ammirare il sole al tramonto da una collina, rilassarsi in una spiaggia deserta. Nuotare sulla barriera corallina o, più semplicemente, camminare nei boschi in mezzo agli alberi. Diamo per scontato che siano attività che potremmo praticare sempre, non rendendoci conto di quanto l’azione antropica possa rovinare la natura. La salvaguardia della biodiversità e degli habitat che ci circondano è, per questo motivo, molto importante.
A ricordarci l’importanza della natura nella nostra vita, quest’anno la Giornata mondiale dell’ambiente è dedicata al tema “Time for nature”. Una ricorrenza per ricordarci che il futuro di tutto ciò che ci circonda dipende da noi.
La Giornata Mondiale dell’Ambiente è stata istituita nel dicembre 1972, questa è la 48esima edizione. Da allora, ogni anno, viene scelto un tema per sensibilizzare i cittadini del Mondo e ricordarci gli obblighi che abbiamo nei confronti della natura.
Ecco allora 5 idee di persone che hanno deciso di salvare l’ambiente. Non servono a nulla le manifestazioni nelle piazze se non portiamo dei piccoli cambiamenti nelle nostre vite.
Time for nature: le idee del settore alimentare
Ormai da molti anni, nel settore alimentare e della ristorazione è iniziata la battaglia contro lo spreco. Per preparare qualunque pietanza, sia di origine animale che vegetale, si consuma molta acqua e si produce anidride carbonica. Quando questo cibo non viene consumato, oltre alla perdita di risorse e lo spreco alimentare, abbiamo contribuito al surriscaldamento globale senza motivo. Largo a iniziative come l’app “Too Good To Go”, nata per dare una seconda opportunità ai prodotti invenduti a fine giornata. Anche le principali catene di supermercati lottano contro lo spreco di alimenti, applicando uno sconto sui prodotti in scadenza per incentivare i clienti a comprarli.
Pellicola alimentare riutilizzabile
Sempre nel settore alimentare è nata un’idea per eliminare l’utilizzo della plastica dalle nostre vite. Chilometri di pellicola alimentare vengono usati ogni giorno nelle nostre cucine per conservare qualsiasi tipo di avanzo. Una volta adempiuto il suo compito, il pezzo di cellophane viene gettato via perchè riutilizzarlo è impossibile. Un’azienda italiana ha messo sul mercato una pellicola riutilizzabile ed ecologica per impacchettare, in maniera ecosostenibile, tutto quello che è avanzato dopo il nostro aperitivo con gli amici.
Mascherine ricavate dalla plastica
In questa fase 2 è importante, oltre al distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina. In commercio ce ne sono di tutti i tipi, dalla mascherina chirurgica classica alla FFP3. Il problema principale di questi dispositivi di protezione individuali è che non sono riciclabili. E Allora largo alle mascherine di stoffa, sempre controllando che siano effettivamente filtranti e a norma di legge. Un team irlandese ha creato delle mascherine lavabili in poliestere riciclato (a cui bisogna cambiare il filtro interno periodicamente), utilizzando la plastica che inquina gli oceani. Ecologia ed educazione civica al prezzo di uno!
Time for nature: il settore tessile
La fibra di latte
L’industria della moda non è sicuramente nuova nel campo delle soluzioni green. Il ritorno delle fibre naturali ne è sicuramente prova. Oltre ad essere un nuovo diktat del fashion, sono una scelta da preferire rispetto a quelle sintetiche, sia per la nostra salute che per il pianeta. I ripetuti lavaggi delle fibre non naturali rilasciano nell’acqua dei nostri mari moltissime particelle di microplastica che inquinano le falde acquifere e, di conseguenza, gli oceani. La fibra di latte, derivata dalla caseina, non è un’invenzione nuova. Nata nel 1937, ha rimpiazzato i tessuti importati dall’estero nel momento storico in cui in Italia non era possibile reperire lana e cotone. Potremmo definirla una fibra autarchica, e ora sta tornando di moda in combinazione con altri filati di origine animale.
Tintura con microalghe
L’utilizzo di tinture naturali, organiche e inorganiche, è noto fin dalla notte dei tempi. L’utilizzo dell’ocra, derivato dall’ematite, è conosciuto fin dalla preistoria nelle pitture rupestri e nei riti funebri. Non tanto più recentemente, invece, si è diffuso l’uso della cocciniglia per tingere le stoffe di rosso vermiglio. Le tinture sintetiche, con il passare del tempo, hanno sostituito completamente quelle di origine naturale. Ora, sembra esserci un ritorno alle tinture naturali con l’utilizzo delle microalghe. Le microalghe, comunemente chiamate fitoplancton, sono degli organismi acquatici alla base della catena alimentare marina. Vivono facendo la fotosintesi tramite dei pigmenti che si trovano al loro interno, esattamente come fanno le piante. Utilizzando il fitoplancton è, quindi, possibile tingere i tessuti creando un effetto modificabile nel tempo. Il colore, infatti, non si fisserebbe completamente al tessuto e la luce solare ne cambierebbe la tonalità.
It’s time for nature: ognuno di noi è in grado di compiere delle scelte ecologiche per salvaguardare la natura.
Giulia Fasano