La cittadina messicana di Chicxulub nello Yucatan è diventata famosa all’inizio degli anni novanta quando vi è stato individuato l’enorme cratere lasciato dall’impatto col meteorite che cancellò i dinosauri e il 75% della vita dalla faccia della Terra alla fine del cretaceo (65 milioni di anni fa). Ora la più completa simulazione al computer dell’evento di Chicxulub di cui dà notizia l’Imperial College di Londra, documentata in un articolo su Nature Communications, svela che si trattò di un worst case scenario (lo scenario peggiore possibile) anche per l’angolo con cui il gigantesco meteorite impattò la Terra.
In precedenza avevamo parlato di uno studio che già aveva dato un’idea abbastanza precisa delle forze in gioco, di che genere di catastrofe un asteroide di 12km poteva aver provocato.
Per essere stato la causa di un’estinzione di massa però l’evento di Chicxulub doveva aver anche provocato conseguenze di lunga durata nel tempo, ora il team guidato dal Professor Gareth Collins dell’Imperial College utilizzando la montagna di dati raccolti in questi anni ha condotto una simulazione 3D utilizzando il DiRAC, il più avanzato centro di supercomputer del Regno Unito e uno dei più avanzati al mondo.
Di peculiare importanza per le novità portate da questa simulazione è il rapporto tra centro del cratere vero e proprio, centro dell’anello di montagne create dal colossale impatto e centro del mantello di roccia sollevato dall’impatto posto 30 km sotto il cratere (in pratica roccia che è schizzata in alto a seguito dell’impatto e poi atterrata pochi minuti dopo ad alcuni chilometri dal cratere). il rapporto tra questi diversi centri degli eventi è quello che ha permesso di stabilire che il meteorite precipitò arrivando da nord-est con un angolo ripido, di circa 60°.
Secondo i modelli al computer colpire con questo angolo rappresenta lo scenario peggiore possibile per la quantità di detriti che fu scaraventata nell’atmosfera e sparsa dappertutto attorno al globo, fu soprattutto l’enorme quantità di zolfo ad opacizzare abbastanza l’atmosfera da provocare l’inverno nucleare che cancellò buona parte delle forme di vita del pianeta.
La presente simulazione sull’evento di Chicxulub sarà di grande importanza anche per studiare gli impatti di meteoriti in generale, le simulazioni precedenti si fermavano subito dopo l’impatto e dunque il tipo di cratere previsto era diverso da quello definitivo di cui oggi vediamo i risultati (seppur parzialmente cancellati e modificati da un pianeta sempre in cambiamento), grazie alla nuova simulazione abbiamo appreso per esempio del rimbalzo di roccia di cui ho accennato poc’anzi.
Roberto Todini