Donald Trump è ormai tristemente celebre per il suo atteggiamento verso i giornalisti. Nelle migliaia di conferenze che il presidente statunitense ha tenuto in questi 4 anni di mandato, non è mai riuscito a nascondere la sua ostilità verso la stampa. Nel suo ultimo appuntamento con i corrispondenti delle varie testate, Donald Trump fa il bullo con una giornalista cinese, per poi abbandonare innervosito la conferenza.
Cosa accade quando una giornalista fa il suo lavoro davanti a Donald Trump
L’ultima conferenza stampa del presidente americano si è tenuta nel roseto della Casa Bianca. Durante l’abituale sessione di domande dei giornalisti, Weijia Jiang, corrispondente per CBS News, ne ha fatta una scomoda. La giornalista, di origine cinese, ha chiesto a Trump per quale motivo si impegni così tanto ad elogiare la capacità di test degli USA. Weijia Jiang ha fatto notare che, nonostante gli elogi che l’amministrazione americana fa di sé stessa, i casi sono ancora in crescita e gli americani continuano a morire. In cambio ha ricevuto una risposta provocatoria e sottilmente – ma neanche troppo – razzista. Il presidente ha infatti risposto che le persone muoiono in tutto il mondo, per poi terminare con : “non devi chiederlo a me, ma alla Cina. Chiedilo alla Cina“.
Visibilmente innervosito dall’attacco che Weijia Jiang gli aveva appena lanciato, Trump ha cercato di mandare subito avanti la conferenza stampa. Tuttavia la giornalista a cui ha dato la parola subito dopo, ha aspettato che la collega potesse difendersi. Weijia Jiang è così riuscita a lanciare un’altra provocazione al presidente, chiedendogli se gli stesse rispondendo in quel modo per via delle sue origini cinesi. Trump ha continuato a cercare di ignorare la giornalista, farfugliando che si trattava di una “nasty question” (cattiva domanda), espressione ormai diventata un vero e proprio must have delle sue conferenze stampa.
http://https://www.youtube.com/watch?v=t4vKC-hYiqo
La solidarietà sconfigge sempre i bulli
La giornalista a cui Donald Trump aveva affidato subito la parola, per distrarre tutti dalla lite in corso e farla franca , è Kaitlan Collins, corrispondente per la CNN. Proprio come succede con i bulli a scuola, nel momento in cui qualcuno mostra solidarietà con la vittima il gioco è destinato a finire. Kaitlan Collins ha aspettato che Weijia Jiang potesse rispondere alla provocazione del presidente, e questo ha fatto ancora di più infuriare Trump che ha cercato di dare subito la parola a qualcun altro. Nessuno però ha risposto all’invito del presidente, quindi questo si è voltato ed ha abbandonato la conferenza stampa.
L’arrivo del coronavirus ha messo sotto stress Trump, e peggiorato il suo rapporto – già precario – con la stampa
L’emergenza globale scaturita dal virus ha aumentato l’attenzione mediatica su tutti i leader mondiali. Trump però ne risente particolarmente essendo prossimo all’appuntamento elettorale di novembre. Per il presidente è fondamentale evitare di essere accusato di aver gestito male la situazione, o rischia di perdere la poltrona.
Per ora Trump è parzialmente avvantaggiato dal lockdown. Per Joe Biden, il suo avversario democratico, prima di novembre sarà probabilmente impossibile organizzare grandi comizi ed eventi per promuovere la propria candidatura. Se la campagna elettorale quindi dovrà svolgersi per la maggior parte attraverso i social network, è evidente che Trump parte in vantaggio, considerando la sua abilità e il suo largo seguito. D’altra parte però Biden non ha nessuna responsabilità rispetto alla più grande crisi dal secondo dopoguerra in poi.
Trump, che fino a prima del coronavirus puntava tutto sui successi economici, ora deve stare attentissimo alla sua immagine. In realtà però la stampa statunitense lo accusa di essersi arreso, declinando praticamente tutta la responsabilità ai singoli stati. La situazione è stata aggravata dal comportamento del presidente. In queste settimane ha suggerito un’iniezione di disinfettante nei polmoni, provocando un picco di ricoveri. Ora Trump fa il bullo con un giornalista cinese, dimostrando di essere incapace di rispondere alle domande. Cerca di fare affidamento sulla notizia secondo cui gli USA farebbero più tamponi di tutti gli altri stati che però non è esattamente vera. Di fatto è palese che la gestione statunitense della crisi sanitaria non possa essere considerata un modello, così come l’atteggiamento del presidente.
Marika Moreschi