Gli antichi fiumi su Marte sono stati descritti su Nature Communications.
Le rocce raccontano i fiumi
C’erano antichi fiumi su Marte, circa 3,7 miliardi di anni fa.Infatti, il Pianeta Rosso non è sempre stato un deserto di polvere e ghiaccio. Anzi, in passato grandi fiumi solcavano le lande desolate di oggi. Un team di ricerca internazionale ha studiato la superficie del nostro vicino grazie alle immagini del High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE). Gli scienziati hanno focalizzato l’attenzione sul cratere d’impatto Hellas, nell’emisfero sud del pianeta. A detta dei ricercatori i duecento metri di rocce presenti nelle pendici dell’area sono rocce sedimentarie. Quindi, la morfologia del cratere si deve alla presenza di enormi fiumi, che avrebbero modellato continuamente la zona formando banchi di sabbia. A sostenere l’ipotesi è l’enorme somiglianza tra le rocce sedimentarie marziane e quelle terrestri.
Un tuffo nel passato remoto
Il cratere Hellas è il più grande del sistema solare. La zona è una delle più studiate dai ricercatori e le immagini del HiRISE evidenziano antichi letti di fiume, i loro delta e quello che sembra un grosso lago. Analizzando l’area si comprende che questi fiumi erano una costante della superficie marziana, profondi diversi metri e del tutto simili al Reno e al Po. Questi grandi corsi d’acqua hanno svolto la loro attività per migliaia di anni e sono antichi fino a 3,7 miliardi di anni. Per dare un’idea più concreta, questi fiumi sono antichi quanto le primissime forme di vita della Terra.
Dal passato al futuro
Gli antichi fiumi su Marte sono una scoperta sensazionale perché ci permettono di studiare formazioni rocciose più antiche di quelle terrestri. In aggiunta, lo studio aiuterà a comprendere i processi morfologici dei pianeti rocciosi, compreso il nostro. La presenza dei grandi fiumi è l’ideale per la ricerca di vita passata su Marte. “Sulla Terra le rocce sedimentarie vengono usate per comprendere i limiti delle condizioni in cui si trovava il nostro pianeta miliardi di anni fa”, dice William McMahon, coautore dello studio. Inoltre, i depositi somigliano a quelli dei fiumi terrestri la cui portata varia con la pioggia, suggerendo la presenza di precipitazioni costanti sulla zona. Questo indicherebbe che l’atmosfera marziana sostenesse un suo ciclo idrologico. Per avere qualche risposta sull’acqua e la vita di Marte dovremmo attendere qualche anno: l’Agenzia spaziale europea (ESA) lancerà il rover Rosalind Franklin ExoMars nel 2022. Il robot esplorerà siti simili a quello di Hellas alla ricerca di indizi sulla vita e, di conseguenza, sull’acqua di Marte.
Daniele Tolu