Raymond Queneau concilia la sua passione per la letteratura e la matematica nell’opera di poesia combinatoria Cent mille milliards de poèmes pubblicata nel 1961.
Cent mille milliards de poèmes è una creazione particolarmente interessante nella letteratura poiché permette letteralmente di creare cento mila miliardi di sonetti. Nella prefazione del libro Queneau afferma quanto segue:
Questo librettino permette a chiunque di comporre a piacimento centomila miliardi di sonetti: tutti regolari, s’intende. Si tratta di una sorta di macchina per la produzione di poesie, in numero limitato ma abbastanza da poter permettere, in teoria, una lettura lunga quasi duecento milioni di anni, leggendo ventiquattro ore su ventiquattro.
Raymond Queneau
Come è possibile creare così tanti sonetti?
Cent mille milliards de poèmes è formato da 10 pagine, ognuna composta da due quartine seguite da due terzine, per un totale di 14 versi con la stessa rima. Ogni verso è stampato su delle strisce di carta mobili divise le une dalle altre, così da poterle voltare a piacimento per combinare nuovi poemi. La versione originale del libro è stata materialmente creata dal tipografo francese Robert Massin.
Ecco un video esplicativo dell’opera:
http://https://vimeo.com/19599227
Raymond Queneau ci spiega:
Contando 45s per leggere un sonetto e 15s per girare le strisce, ipotizzando di farlo per 8 ore al giorno, 200 giorni l’anno, avremmo più di un milione di secoli di lettura da fare, considerando invece di leggere per tutto il giorno per 365 giorni l’anno scenderemmo comunque a ben 190 258 751 anni (ignorando anni bisestili e altri dettagli)
Ebbene sì, se calcoliamo 60 secondi per leggere un sonetto e girare le strisce moltiplicati per 8 ore il risultato è di 480 sonetti al giorno. Moltiplicati nuovamente per almeno 200 giorni all’anno diventano 96000 sonetti e così via!
Ed è difficile ricreare lo stesso poema, le possibilità sono bassissime rispetto alle molteplici combinazioni!
Tra letteratura, scienza e surrealismo
Il divorzio tra la letteratura e la matematica avviene radicalmente nel XIX secolo, ma in questa straordinaria opera, lo scrittore francese riesce a conciliare le due materie. Inoltre, Raymond Queneau, dopo essersi laureato in filosofia, aderisce alla corrente surrealista del Novecento, la quale lo influenzerà nel suo intento di rinnovamento linguistico.
Cent mille milliards de poèmes si potrebbe considerare un libro di poesia all’avanguardia poiché unisce la scienza e la letteratura.
Lui stesso lo definisce una macchina per la creazione di poesie ma a tal proposito vorrei ricordare la frase di di Alan Turing, uno dei più grandi matematici del Novecento e padre dell’informatica:
Solo una macchina può apprezzare un sonetto scritto da un’altra macchina.
Alan Mathison Turing
E voi cosa ne pensate?
Il libro è tradotto in inglese, tedesco e spagnolo ma non è ancora presente una versione in italiano. Potete provare a creare i vostri sonetti su questo sito.
Cent mille milliards de poèmes in musica!
I primi quattro sonetti di Cent mille miliards de poèmes sono messi in musica dal musicista Gilles Maugenest ma il numero di possibili canzoni è 4 038 046 511 104!
http://https://www.youtube.com/watch?v=4FBH87q62hE
Una versione per bambini
Lo stesso Raymond Queneau afferma di essersi ispirato ad un libro per bambini dal titolo Têtes de rechange (teste da ricambiare) piuttosto che da un’influenza surrealista. Nonostante non sia possibile risalire al libro in questione, l’idea si può paragonare al Bestiario universale del professor Revillod.
Cristina Meli
Incredibile… e inquietante.
La poesia è l’espressione più ampia e libera del sentimento.Va bene la metrica, ma…
Concordo con questa frase:
Solo una macchina può apprezzare un sonetto scritto da un’altra macchina.
La poesia è spontaneità, bellezza, passione, dolore, colore, musica, ritmo.
Non si può comprimere l’anima di un essere umano in alcun modo, né il suo cuore.
Hai trattato molto bene un argomento interessante, ma per me terribilmente inquietante.
Bellissimo anche il disegno. Brava, continua così… sempre un piacere leggerti 🙂
Marina